Si avvia in commissione Igiene e Sanità del Senato il dibattito sul testo base sul fine vita del relatore Raffaele Calabrò, che ieri ha illustrato l’articolato. Un’ipotesi probabile è che seguirà ora una discussione generale di circa un mese e mezzo. Ieri si è avuto solo un inizio di discussione con l’intervento del senatore pdl Ulisse Di Giacomo, che si è riservato di parlare anche successivamente. Oggi l’ufficio di presidenza definirà la calendarizzazione degli interventi, a partire dalla prossima settimana. Dopo la discussione generale ci sarà la presentazione degli emendamenti e la votazione. Calabrò auspica «che vi sia un ampio dibattito, perché il testo è in ogni caso suscettibile di miglioramenti nell’ambito dei principi su cui si fonda». Nella riunione del Pdl che si è tenuta lunedì sera per esaminare la proposta, secondo il relatore «è emersa un maggioranza molto larga di approvazione del testo con qualche espressione critica, ma si tratta di poche posizioni». Tra queste quella di Benedetto Della Vedova, per il quale il ddl «è fatto per impedire l’autodeterminazione del soggetto». L’articolato, invece, secondo Calabrò «la rende vera e reale». La libertà che la Costituzione garantisce, chiarisce, «riguarda la scelta delle cure per una patologia non la scelta tra la vita e la morte. Inoltre non posso scegliere o rifiutare qualcosa che non mi cura la patologia ma mi sostiene in vita, cioè l’alimentazione e l’idratazione. L’autodeterminazione va conciliata con il rispetto della vita, la cui inviolabilità è un diritto della persona ed è garantito dalla Costituzione». Quando si perde la capacità di intendere e di volere l’autodeterminazione va riattualizzata nell’alleanza terapeutica tra medico e fiduciario. Comunque l’ultima parola spetta sempre al medico, cosciente «degli sviluppi della medicina che possono giovare al paziente». Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, precisa che il governo non ha preso una sua posizione in merito al fine vita. «Riteniamo più utile – spiega – che tale materia sia rimessa al lavoro Parlamentare. Il che non significa che siamo indifferenti, seguiremo infatti il provvedimento e lo valuteremo rispettando il ruolo del Parlamento ». L’auspicio è comunque che si faccia una legge «quanto prima, perché è evidente che si è prodotto un vuoto legislativo ». Il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, che ha partecipato alla seduta della commissione, considera il ddl presentato da Calabrò «un testo molto equilibrato e che coglie anche elementi espressi da testi proposti da esponenti del Pd, come quello della senatrice Binetti. Su questo testo si può aprire un ampio dibattito». Quanto ai tempi per l’esame del testo in commissione, «saranno quelli di una buona discussione parlamentare, sperando che non vi siano tentativi di ritardarli». A giudizio del sottosegretario, poi, «nessuno dei disegni di legge in discussione consentirebbe la morte di Eluana », ciascuna proposta, infatti, «prevede una certificazione autografata delle volontà anticipate». È critica invece Laura Bianconi del Pdl, che ritiene la strada intrapresa in commissione «pericolosissima perché, aprendo alle Dichiarazioni anticipate di trattamento, rischia di spingere anche il nostro Paese verso l’eutanasia così come è accaduto in altri Paesi europei». Pur condividendo il fatto che alimentazione ed idratazione non sono considerate terapie mediche, a suo giudizio il testo di Calabrò «indirettamente sprona a pratiche di abbandono terapeutico sostenendo la cultura del diritto a morire». Annuncia, perciò, che presenterà dei «precisi emendamenti sempre nell’ottica che il diritto alla vita è inviolabile ed indisponibile ». È polemica infine tra Pdl e Ignazio Marino che ha duramente criticato la scelta di escludere alimentazione ed idratazione dalle Dat. «Bisogna lasciare la decisione a uno come Maurizio Gasparri, che non è un nutrizionista, o ai presidenti delle Società scientifiche, che sono senz’altro più preparati»? è la sua domanda retorica. «Dispiace che il senatore Marino non sappia trovare migliore argomento per sostenere le proprie tesi che rivolgersi in maniera offensiva nei confronti del collega Gasparri», replica il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello. E aggiunge: «Dispiace anche che nel giorno in cui il Parlamento, la sede più elevata del confronto politico, si riappropria finalmente del dibattito sul fine vita, Marino mostri di preferire il predominio dei 'tecnici', che nella storia dell’umanità ha provocato danni incommensurabili ». «La sua acrimonia è ingiustificata », aggiunge il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. «Veramente non capisco a quale ddl si riferisca », osserva il presidente della commissione Antonio Tomassini riguardo alle critiche del senatore del Pd al testo base.