mercoledì 28 gennaio 2009
Al via in Commissione l'esame del testo di legge sul fine vita. Roccella: nessuno dei disegni di legge in discussione consentirebbe la morte di Eluana, in quanto tutti prevedono una certificazione autografa delle volontà anticipate. Il relatore auspica «un ampio dibattito». Riattualizzare l’alleanza terapeutica medico-paziente.
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Si avvia in commissione Igiene e Sa­nità del Senato il dibattito sul testo base sul fine vita del relatore Raf­faele Calabrò, che ieri ha illustrato l’arti­colato. Un’ipotesi probabile è che seguirà ora una discussione generale di circa un mese e mezzo. Ieri si è avuto solo un ini­zio di discussione con l’intervento del se­natore pdl Ulisse Di Giacomo, che si è ri­servato di parlare anche successivamen­te. Oggi l’ufficio di presidenza definirà la calendarizzazione degli interventi, a par­tire dalla prossima settimana. Dopo la di­scussione generale ci sarà la presenta­zione degli emendamenti e la votazione. Calabrò auspica «che vi sia un ampio di­battito, perché il testo è in ogni caso su­scettibile di miglioramenti nell’ambito dei principi su cui si fonda». Nella riunione del Pdl che si è tenuta lu­nedì sera per esaminare la proposta, se­condo il relatore «è emersa un maggio­ranza molto larga di approvazione del te­sto con qualche espressione critica, ma si tratta di poche posizioni». Tra queste quella di Benedetto Della Vedova, per il quale il ddl «è fatto per impedire l’auto­determinazione del soggetto». L’artico­lato, invece, secondo Calabrò «la rende vera e reale». La libertà che la Costituzio­ne garantisce, chiarisce, «riguarda la scel­ta delle cure per una patologia non la scel­ta tra la vita e la morte. Inoltre non pos­so scegliere o rifiutare qualcosa che non mi cura la patologia ma mi sostiene in vi­ta, cioè l’alimentazione e l’idratazione. L’autodeterminazione va conciliata con il rispetto della vita, la cui inviolabilità è un diritto della persona ed è garantito dalla Costituzione». Quando si perde la capacità di intendere e di volere l’auto­determinazione va riattualizzata nell’al­leanza terapeutica tra medico e fiducia­rio. Comunque l’ultima parola spetta sempre al medico, cosciente «degli svi­luppi della medicina che possono giova­re al paziente». Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, precisa che il governo non ha preso una sua posizione in merito al fine vita. «Ri­teniamo più utile – spiega – che tale ma­teria sia rimessa al lavoro Parlamentare. Il che non significa che siamo indifferen­ti, seguiremo infatti il provvedimento e lo valuteremo rispettando il ruolo del Par­lamento ». L’auspicio è comunque che si faccia una legge «quanto prima, perché è evidente che si è prodotto un vuoto legi­slativo ». Il sottosegretario alla Salute Eu­genia Roccella, che ha partecipato alla se­duta della commissione, considera il ddl presentato da Calabrò «un testo molto e­quilibrato e che coglie anche elementi e­spressi da testi proposti da esponenti del Pd, come quello della senatrice Binetti. Su questo testo si può aprire un ampio dibattito». Quanto ai tempi per l’esame del testo in commissione, «saranno quel­li di una buona discussione parlamenta­re, sperando che non vi siano tentativi di ritardarli». A giudizio del sottosegretario, poi, «nessuno dei disegni di legge in di­scussione consentirebbe la morte di E­luana », ciascuna proposta, infatti, «pre­vede una certificazione autografata del­le volontà anticipate». È critica invece Laura Bianconi del Pdl, che ritiene la strada intrapresa in com­missione «pericolosissima perché, a­prendo alle Dichiarazioni anticipate di trattamento, rischia di spingere anche il nostro Paese verso l’eutanasia così come è accaduto in altri Paesi europei». Pur condividendo il fatto che alimentazione ed idratazione non sono considerate te­rapie mediche, a suo giudizio il testo di Calabrò «indirettamente sprona a prati­che di abbandono terapeutico sostenen­do la cultura del diritto a morire». An­nuncia, perciò, che presenterà dei «pre­cisi emendamenti sempre nell’ottica che il diritto alla vita è inviolabile ed indispo­nibile ». È polemica infine tra Pdl e Ignazio Mari­no che ha duramente criticato la scelta di escludere alimentazione ed idratazione dalle Dat. «Bisogna lasciare la decisione a uno come Maurizio Gasparri, che non è un nutrizionista, o ai presidenti delle Società scientifiche, che sono senz’altro più preparati»? è la sua domanda retori­ca. «Dispiace che il senatore Marino non sappia trovare migliore argomento per sostenere le proprie tesi che rivolgersi in maniera offensiva nei confronti del col­lega Gasparri», replica il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Qua­gliariello. E aggiunge: «Dispiace anche che nel giorno in cui il Parlamento, la se­de più elevata del confronto politico, si riappropria finalmente del dibattito sul fi­ne vita, Marino mostri di preferire il pre­dominio dei 'tecnici', che nella storia dell’umanità ha provocato danni incom­mensurabili ». «La sua acrimonia è ingiu­stificata », aggiunge il presidente dei se­natori del Pdl Maurizio Gasparri. «Vera­mente non capisco a quale ddl si riferi­sca », osserva il presidente della commis­sione Antonio Tomassini riguardo alle cri­tiche del senatore del Pd al testo base.
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