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Com’era nelle previsioni, è arrivato in serata il via libera, in prima lettura, alla riforma della Giustizia disegnata dal Guardasigilli Carlo Nordio. Con 104 sì (nei quali sono compresi, oltre a quelli delle forze di maggioranza, anche i voti di esponenti di Iv e Azione) a fronte di 56 no, l'Aula del Senato ha approvato il testo di 9 articoli che contiene norme di iniziativa governativa che modificano il Codice penale, quello di procedura penale, l’ordinamento giudiziario e il Codice dell'ordinamento militare. Il testo andrà ora all’esame della Camera. Nel merito, lo ricordiamo, prevede l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e la modifica della disciplina del reato di traffico di influenze illecite, limitato a condotte particolarmente gravi», con l’esclusione dei casi di «millanteria». Inoltre, il testo rafforza la tutela della libertà e della segretezza delle comunicazioni del difensore, ma anche la tutela del terzo estraneo in caso di intercettazioni.
Il centrodestra esulta: ora la separazione delle carriere
«Siamo a metà dell’opera, è un passo in avanti verso il raggiungimento di alcuni importantissimi obiettivi», argomenta soddisfatto il vice ministro forzista della Giustizia Francesco Paolo Sisto, ritenendo che l’abolizione del reato di abuso d’ufficio (uno dei punti più criticati da Pd, M5s e Avs) non frenerà più «per paura della firma», gli amministratori pubblici. Sisto, presente in Senato insieme allo stesso Guardasigilli, si dice inoltre convinto «che il passaggio alla Camera si svolgerà con lo stesso senso di responsabilità». Nella maggioranza si respira soddisfazione: dalla Lega a Fratelli d’Italia, ma soprattutto Fi, che porta avanti sin dalla fondazione da parte di Silvio Berlusconi alcuni cavalli di battaglia: «Stop al reato di abuso d’ufficio, al Bronx delle intercettazioni, alla pratica selvaggia del sequestro dei telefonini e alla violazione della nostra vita privata» elenca la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, veterana azzurra , ma «la strada è ancora molto lunga. Abbiamo davanti sfide importanti, una su tutte la separazione delle carriere che Forza Italia vuole realizzare».
Iv: un ddl «quasi più nostro»
Anche le truppe renziane e calendiane, in sintonia col governo sulle riforme di giustizia, rivendicano il proprio apporto: «È un ddl quasi più nostro che della maggioranza - arriva ad affermare il senatore di Iv, Ivan Scalfarotto -. Siamo sulla strada giusta e aspettiamo altri appuntamenti, prima tra tutte la separazione delle carriere».
M5s: una riforma «classista»
Critici invece, come detto, gli altri partiti d’opposizione. La riforma «non risponde agli interessi dei cittadini, ma a altri, è una tappa di un disegno politico che vuole riscrivere l’ordinamento statale e il sistema penale - attacca il senatore 5s, e già magistrato antimafia, Roberto Scarpinato, stigmatizzando la «visione classista di questa maggioranza» che intende «rendere più difficili le indagini sui colletti bianchi e gli arresti».
Il Pd: muro della maggioranza in difesa della «legge bavaglio»
Sempre in serata, nelle votazioni sulla legge di delegazione europea, la maggioranza ha fatto muro per bocciare diversi emendamenti soppressivi della cosiddetta «legge bavaglio», come Pd, M5s e Avs definiscono la norma presentata da Enrico Costa (Azione) sulle intercettazioni. Una norma che «penalizza il lavoro dei giornalisti, non difende le garanzie dei cittadini, comprime le libertà costituzionali - lamenta il senatore dem Filippo Sensi, ritenendo che «la maggioranza intervenga con provvedimenti punitivi, una vendetta, quasi un regolamento di conti della politica nei confronti dell'informazione».
L’Anm: vogliamo incontrare Nordio
La giunta dell’Associazione nazionale magistrati (che da tempo manifesta perplessità su alcuni aspetti della riforma Nordio), ha chiesto al ministro della Giustizia un incontro sul tema del reclutamento straordinario dei magistrati. Nella lettera, inviata ieri in via Arenula, si auspica che l’incontro possa avvenire «quanto prima possibile».