Pm anticamorra, scrittore di successo, garante delle istituzioni contro la corruzione. Una biografia ricca quella di Raffaele Cantone, il magistrato incaricato oggi da Renzi di riportare la trasparenza nei cantieri di Expo 2015: una "vetrina per l'Italia" infangata da episodi di corruzione venuti alla luce grazie a inchieste giudiziarie culminate con gli arresti di alcuni dei responsabili. Nato a Napoli 51 anni fa, il 24 novembre 1963, Raffaele Cantone è stato chiamato prima da Letta e poi da Renzi a presiedere l'Autorità Nazionale Anticorruzione. Un organismo
che ora il premier vuole come "task force" per cacciare i corrotti dall'Expo milanese. A lungo magistrato impegnato nella lotta contro la camorra, Cantone ha lavorato anche presso l'Ufficio del Massimario della Cassazione e ha scritto diversi libri: il primo, nel 2008 "Solo per giustizia", (edito da Mondadori) l'ultimo, del 2013, "Football Clan" (Rizzoli) nel quale con il giornalista de "L'Espresso", Gianluca Di Feo, ricostruisce i rapporti tra mafia e pallone. Da magistrato, è stato fino al 2007 alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e ha condotto importanti indagini contro il clan camorristico dei Casalesi che si sono concluse con l'ergastolo di boss del calibro di Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, Walter Schiavone, Augusto La Torre, Mario Esposito. In seguito a queste inchieste, minacciato dalla camorra, ha dovuto condurre per anni una vita blindata. Saviano, nel 2011, lo ha proposto come candidato sindaco di Napoli. Ma Cantone ha declinato sempre ogni invito ad entrare in politica. Ha accolto, invece, quello di diventare Garante dell'Authority anticorruzione. Un ruolo "più tagliato" su di lui, come ammise in una recente intervista, e un incarico fondamentale per far tornare la trasparenza sugli appalti di Expo 2015.