giovedì 5 ottobre 2023
A Como un locale impiega ragazzi con problemi. La proprietà è di una cooperativa fondata da papà Guido i cui soci non percepiranno nulla: tutti i guadagni saranno devoluti a chi lavora
COMMENTA E CONDIVIDI

«Chi verrà “Da noi” troverà prima di tutto buon cibo e poi tanti, tanti sorrisi». Guido Grilli, comasco, formatore e docente di scuola superiore, è il papà di Matteo, ragazzo con disabilità, ed è tra i fondatori di “Anima e cuore”, cooperativa sociale «nata per svolgere un’attività che possa consentire a giovani disabili di esprimersi attraverso un’occupazione e di guadagnare proprio grazie al proprio lavoro». Da qui, dopo un’attenta valutazione degli ambiti più idonei, la scelta di puntare sulla ristorazione: «perché è un contesto che prevede molteplici competenze e ha una forte componente di socialità, fattore, quest’ultimo, fondamentale per individui che, purtroppo, spesso soffrono di discriminazione». Domani, in via Lambertenghi 24, il locale che, a tempo di record, si sta allestendo nel cuore del centro storico di Como, sarà presentato a una piccola rappresentanza di autorità e sostenitori: dal successivo 14 ottobre il ristorante “Da noi” sarà pronto ad accogliere fino a 34 ospiti. «L’ho sperimentato in prima persona, con mio figlio – spiega Grilli –: dopo aver completato un percorso scolastico, i giovani con disabilità non riescono a trovare un’occupazione che li renda autonomi e che dia loro una progettualità. C’è chi viene inserito in percorsi lavorativi ma a titolo gratuito o può capitare che siano addirittura le famiglie a dover coprire le spese o a pagare affinché un figlio disabile possa avere un’opportunità». Nel caso della cooperativa “Anima e cuore” i responsabili normodotati non percepiranno alcun tipo di stipendio, così da assicurare un equo compenso ai ragazzi: tutti inquadrati con regolare contratto, chi per il lavoro in sala, chi in cucina, dove la brigata sarà coordinata da un giovane cuoco comasco, Angelo Puzzo, 21 anni, diplomato in ristorazione al Centro di Formazione Professionale di Monte Olimpino.
L’impresa è stata avviata grazie al sostegno di Confcooperative e di alcuni imprenditori del settore tessile lariano. Attraverso la piattaforma della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca – realtà che da quasi 25 anni ha come scopo quello di promuovere la solidarietà e la cultura del dono per migliorare la qualità della vita del territorio – sono stati raccolti quasi 68mila euro (12mila in più rispetto a all’obiettivo preventivato). «I ragazzi saranno distribuiti su due turni – prosegue Grilli – con diversi inserimenti, due o tre, per ogni servizio». Il menù sarà quasi a chilometro zero, con l’utilizzo di prodotti locali e regionali. «L’essere umano ha bisogno di essere valorizzato con il lavoro – è la riflessione di Guido –, non è solo una questione di sopravvivenza. I nostri ragazzi, con questo progetto, potranno esprimere diverse capacità, mettere a frutto i talenti nell’orizzonte dei propri limiti, senza che questo diventi un problema o un ostacolo». Ognuno avrà uno o più compiti in cui specializzarsi: «vorremmo che, anche attraverso questa nostra iniziativa – prosegue Grilli –, la società e le istituzioni arrivino a capire che le persone con disabilità devono essere valorizzate, devono sentirsi importanti: questo significa vivere nella comunità senza alcun tipo di discriminazione». Il locale si innesterà nel mercato della Como turistica, «perché prima di tutto vogliamo preparare del buon cibo – conclude Grilli –, ma sarà molto bello conoscere i ragazzi che saranno in sala, e hanno una gran voglia di intessere relazioni, conoscere la brigata che si mette in gioco in cucina, per sorridere insieme e andare oltre qualsiasi tipo di barriera». Il sogno è quello di non fermarsi qui: «il percorso comincia, immaginando altri progetti che consentano ai ragazzi di esprimere le loro capacità».
© riproduzione riservata

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: