La sentenza d'appello ribalta
completamente il processo-Cucchi: i sei medici, i tre
infermieri e i tre agenti della penitenziaria incriminati per
la morte del giovane geometra sono stati assolti per
insufficienza di prove. La decisione dei giudici cambia del
tutto l'esito dell'udienza di primo grado: allora - era il 5
giugno del 2013 - la III Corte d'Assise condannò a due anni il
primario del reparto detenuti dell'Ospedale Pertini di Roma,
Aldo Fierro, e punì con una sentenza di un anno e quattro mesi
i quattro medici accusati di abbandono di persona incapace,
favoreggiamento e omissione del referto.
A cinque anni dalla morte di Cucchi, il giallo sulle cause
e sulle responsabilità non è ancora risolto. Il giovane
romano, trentunenne con problemi di droga e anoressia, venne
arrestato la notte del 15 ottobre del 2009 e morì all'ospedale
Pertini sette giorni dopo, il 22 ottobre. La cattura scattò
perchè Cucchi fu trovato in possesso di venti grammi di droga.
A pochi giorni dalla morte, i genitori diffusero le foto shock
del cadavere di Stefano, scattate in obitorio. Erano ben
visibili, oltre alla magrezza scheletrica (Cucchi pesava 43 kg
al momento della morte), delle lesioni diffuse la cui origine
non è mai stata del tutto chiarita. Il volto era tumefatto:
una maschera violacea attorno agli occhi, uno dei quali
schiacciato nell'orbita, un ematoma bluastro sulla palpebra e
la mandibola spezzata. E poi la schiena, fratturata all'altezza
del coccige. L'inchiesta avviata dalla Procura diede
il via ad un lunghissimo processo, iniziato con il rinvio a
giudizio dei dodici imputati (gennaio 2011). Da allora, sono
servite 45 udienze, 120 testimoni sentiti, decine di consulenti
tecnici nominati da accusa, parti civili, difesa, e anche una
maxi-perizia disposta dalla stessa Corte. La sentenza di primo
grado fu annunciata nel giugno del 2013: i poliziotti furono
tutti assolti, mentre scattarono le condanne per i quattro
medici rinviati a giudizio. Per la III Corte d'assise, Cucchi
non fu picchiato nelle celle di sicurezza del tribunale, ma
morì in ospedale per malnutrizione e l'attività dei medici fu
segnata da omissione e noncuranza. Le pene comminate furono
però molto inferiori alle richieste del Pubblico Ministero: un
anno e quattro mesi per i quattro medici accusati di abbandono
di persona incapace, favoreggiamento e omissione di referto. Le
richieste, per tutti e quattro, superavano i cinque anni di
detenzione. Per il quinto condannato, a otto mesi per falso e
abuso di ufficio, la richiesta iniziale era di due anni di
reclusione. Dopo il primo grado, il procuratore generale Mario
Remus chiese la revisione della sentenza, continuando a
sostenere la tesi della morte per pestaggio e poi per abbandono
in ospedale. Prima della riapertura del processo, fu anche
disposto un maxi-risarcimento di un milione e 340mila euro alla
famiglia Cucchi da parte dell'Ospedale Pertini. Il processo di
secondo grado è terminato oggi, con assoluzione piena per
tutti gli imputati. Ma la famiglia annuncia ancora battaglia:
la prossima tappa dovrebbe essere il ricorso in Cassazione.