Ringrazio tutti i milioni di persone
che hanno voluto manifestarci la loro solidarietà ed unire la
loro indignazione alla nostra. Voglio oggi dire che questa forte
mobilitazione pubblica e politica non deve riguardare i soggetti
coinvolti nel nostro processo od altri singolarmente di volta in
volta identificati. Gli imputati di oggi o gli indagati di domani
hanno diritto a quel rispetto ed a quella tutela che sono stati
negati a Stefano". Lo scrive in una nota Ilaria Cucchi, sorella di Stefano che da cinque anni si batte per avere giustizia sulla morte.
"Noi non nutriamo nessuna forma di odio nei loro confronti e
nessuno si permetta di mancare loro di rispetto nel nome di
Stefano. Noi - prosegue - siamo una famiglia che chiede solo
giustizia. Non vendetta. No capri espiatori. Noi respingiamo
qualsiasi forma di violenza anche verbale. Non ci appartiene e
non deve appartenere a nessuno che abbia a cuore la nostra
vicenda".
"Suo malgrado Stefano, con la sua sofferenza, è diventato ormai
un simbolo di lotta civile per il rispetto dei diritti degli
ultimi. Noi non siamo quel dito medio che ci venne esibito alla
lettura della sentenza di primo grado. Noi siamo altro. Chi ci
vuole bene ha imparato a conoscerci. Voglio bene a tutti voi.
Grazie", conclude Ilaria Cucchi.