giovedì 7 aprile 2011
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Anche il vicepresidente Vietti, che per prassi istituzionale si astiene, stavolta ha espresso il proprio parere contrario al ddl sul processo breve, e in particolare al discusso emendamento-Paniz sulla "prescrizione anticipata" per gli incensurati. Il plenum del Csm, con l’eccezione dei quattro laici del Pdl, approva un documento duro, scritto dal togato di Movimento per la giustizia Aniello Nappi. In sintesi, il ddl in discussione alla Camera è considerato «una amnistia sostanziale», che ha effetti «controproducenti» sulla durata dei procedimenti e, viceversa, comporta «un aumento ragguardevole» dei reati estinti, in primis quelli legati alla corruzione. Con «doppia beffa» per le vittime, tradite da procedimenti - lumaca e assoluzioni per decorrenza dei termini. Esito finale 21 a 4, dopo una seduta fiume densa di tensioni.«È un contributo in spirito di leale collaborazione – commenta a caldo Vietti –, siamo preoccupati dalla riduzione dei termini di prescrizione, dato che già siamo quelli che in Europa fanno prescrivere più processi di tutti. Speriamo che il Guardasigilli ne tenga conto, non abbiamo sforato le nostre competenze...». Ma il Pdl reagisce subito, con una pesante nota dei capigruppo al Senato Gasparri e Quagliariello in cui si accusa il Csm di «non contribuire alla concordia istituzionale». Di più: i senatori azzurri annunciano che la loro replica sarà a palazzo Madama, dove è già iniziata in commissione la discussione sui ddl che impediscono al Csm di dare pareri non richiesti dal Guardasigilli e limitano l’uso delle pratiche a tutela dei magistrati.La relazione di Nappi punta tutto sugli effetti «negativi e pesanti» della prescrizione breve sia sui processi in corso sia su quelli futuri. Si produrrà, dice, «un ulteriore aumento» dei reati estinti senza che si sia arrivati alla fine del procedimento (allo stato sono già 150mila annui). Ma la tesi fondamentale è che la norma sarebbe «in netto contrasto» con «fonti sovranazionali» quali la convenzione Onu contro la corruzione. In pratica, con il ddl all’esame della Camera l’Italia, già maglia nera nella lotta alle bustarelle, rinnegherebbe gli impegni assunti in sede internazionale. Inoltre, si nega che il ddl riduca la durata dei processi: al contrario, la prescrizione breve «incentiva e premia atteggiamenti dilatori» degli imputati.Nel plenum i laici del Pdl non ci stanno: «Il Csm non può dare pareri non richiesti e interferire con i lavori parlamentari», ha detto più e più volte Bartolomeo Romano. Ma Vietti e gli altri consiglieri hanno snocciolato i precedenti, la giurisprudenza in materia e, soprattutto, un dato essenziale: Napolitano, in qualità di presidente dell’organo, ha autorizzato l’ordine del giorno, dunque ha reso ammissibile il pronunciamento di un parere. Alla fine Romano, Marini, Palumbo e Zanon restano isolati, mentre dall’altra parte della barricata volano parole pesanti: il ddl è «pubblicità ingannevole» e «crea la figura dell’incensurato a vita». Non partecipa al voto per protesta il leghista Matteo Brigandì, per il quale, in mattinata, il plenum aveva deciso di rinviare alla prossima settimana la decisione sulla sua decadenza dal ruolo.Le opposizioni, Pd e Di Pietro in primis, gongolano. E il parere del Csm è ossigeno anche per la protesta dell’Anm. Ieri, i vertici del "sindacato delle toghe" sono stati ricevuti dal presidente del Senato Schifani. «Abbiamo espresso preoccupazione per le riforme annunciate, siamo a disagio per gli attacchi quotidiani e il clima di tensione...». La terza carica dello Stato ascolta e assicura rispetto per le toghe. È mattino, la giornata avrà tutt’altro clima.
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