sabato 11 agosto 2012
​Nei primi sei mesi dell'anno già registrato un 33% in più rispetto al 2011. Ma nel 73% dei casi non la fanno franca. Secondo l'Osservatorio il Centauro-Aspas sono anziani (15%) e minori (oltre il 16%) i più esposti alle imprudenze omicide.
L'Asaps: «Fuggire è un atto di vigliaccheria»
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Una distrazione, un’incoscienza, un crimine, qualche volta indotto da alcol o droghe. È un attimo. L’investimento, un corpo lasciato sull’asfalto, la paura, la fuga. E il mancato ravvedimento che la legge impone avvenga entro 24 ore, pena l’arresto. Pirati e vigliacchi. Capaci di spargere sempre più sangue sulle strade italiane proprio quando gli incidenti sono in calo. Se il numero di episodi di pirateria grave nel 2011 era già aumentato di molto rispetto al 2010 (+45%), con il tragico bilancio di ben 127 decessi, una nuova escalation dei casi è già evidente nei primi sei mesi del 2012, periodo in cui l’Osservatorio il Centauro - Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale), rileva un incremento del 33% sul periodo gennaio-giugno 2011. 461 gli episodi più significativi in questo periodo, con altri 57 morti, 2 in più dello stesso semestre dello scorso anno (+4%) e 564 feriti (+35%). Ma l’aggiornatissimo Osservatorio fa sapere che solo tra l’1 luglio e il 5 agosto scorsi «le vittime sono già schizzate a quota 74», con 17 morti da pirateria in poco più di un mese. Come dire, spiegano dall’Asaps, «più di 2 morti e 22 feriti per ogni settimana», nel cuore dell’estate. Un allarme ancor più serio proprio in questi giorni di grande esodo di vacanzieri sulle strade.Le vittime? In prevalenza si tratta delle categorie più deboli, cioè anziani e minori. Quasi il 15% gli over 65 oggetto delle "imprudenze omicide" dei pirati, più del 16% sono bambini. E mentre la Lombardia si conferma la regione più "piratata", seguita da Veneto, Lazio, Campania e Puglia, l’analisi dell’Osservatorio fa emergere un dato positivo: la pirateria non paga. Anzi, i fuggitivi, spesso, hanno le ore contate. In 265 episodi su 461 (58%) dei primi sei mesi 2012, le forze dell’ordine sono riuscite a identificare gli autori di questa odiosa forma di criminalità stradale. Ma se il dato appare più debole rispetto al 66% del semestre 2011, c’è da essere certi di un altro parametro: il 73% dei pirati della strada che causano morte o lesioni gravi hanno un nome e un cognome e vengono denunciati o arrestati, al termine di segnalazioni o di mirate azioni investigative di ricerca.In quanto alle cause, il 25,7% degli autori identificati in questo primo semestre - 68 su 265 - guidava in stato di ebbrezza; tra questi, il 13% è risultato positivo al narcotest. Ma qui urge un distinguo: se si considera che «una buona parte dei pirati scoperti si è costituita in tempi successivi all’evento», e che per altre 200 persone «la caccia non è finita», è da ritenere «che la presenza di alcol e stupefacenti sia in realtà molto più diffusa». Resta un nocciolo duro (7%) di "furbi" che non si ferma dopo l’incidente per la mancata (o falsa) assicurazione. Nei reati di pirateria stradale cresce il coinvolgimento delle donne, responsabili del 12,8% (gennaio-giugno 2012) dei casi di fuga a seguito di sinistri. 9,1% il dato del primo semestre 2011, 7,7% quello del 2010, 6,2% la cifra relativa al 2009. 34 i casi del primo semestre 2012 contro i 21 del 2011. Insomma, in appena tre anni, i casi di "donne pirata" sono raddoppiati.Concretamente, l’Asaps da alcuni mesi è scesa in campo per aiutare a ridurre la pirateria stradale lanciando una campagna nazionale di sensibilizzazione partita da quattro città: Roma, Milano, Firenze e Forlì (dove ha sede l’associazione). L’iniziativa è sostenuta da Aifvs (Associazione italiana familiari vittime della strada), Alg (Associazione Lorenzo Guarnieri), Agb (Associazione Gabriele Borgogni) e FoxPol (Associazione formazione e sicurezza stradale polizia locale Lombardia), con il patrocinio del Comune di Firenze. Il progetto, oltre alla distribuzione di materiale informativo sulla pirateria e su come contrastarla, ha previsto punti di contatto (di cui riferiamo a parte) per raccogliere indicazioni dai testimoni, fornire consigli ai cittadini coinvolti in questi episodi e assistenza alle vittime delle associazioni dei familiari che collaborano con l’iniziativa. Tra le misure è previsto anche un riconoscimento pubblico per l’impegno civile a «coloro che contribuiranno in modo determinante all’identificazione dei pirati della strada omicidi».

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