Sono 6.513 i nuovi casi accertati di Covid-19 nelle ultime 24 ore, in leggero calo rispetto a ieri (6.619), mentre le vittime risultano 16, due in meno rispetto a 24 ore fa. Mentre sono 214 i pazienti ricoverati in terapia intensiva con il Covid in Italia, 13 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 25. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 1.851, 39 in più rispetto a ieri.
Risultano 264.860 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 247.486. Il tasso di positività è del 2,4%, in lieve calo rispetto al 2,67% di ieri.
Monitoraggio, età media dei ricoveri a 49 anni
"L'infezione sta crescendo in molti Paesi europei e anche nel contesto italiano. Sono 3.845 i comuni in cui si rileva almeno un caso, quasi 900 in più rispetto alla scorsa settimana. La circolazione del virus è soprattutto nelle fasce più giovani tra 10 e 29 anni". Lo ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull'analisi dei dati del Monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss sulla situazione Covid-19 in Italia.
"L'età media di chi contrae l'infezione è di 27 anni e la maggioranza dei casi che si sviluppano sono autoctoni, cioè si generano nella stessa regione" ha aggiunto Brusaferro. L'età media per i ricoveri in ospedale è di 49 anni, 63 per chi entra in terapia intensiva. La maggioranza dei casi si sviluppa ora in modo autoctono e all'interno della stessa regione.
In Italia al 20 luglio la prevalenza della variante Delta era del 94,8%, con valori regionali oscillanti tra 80% e 100%. "Anche contro la Delta il primo e più importante antidoto è completare il ciclo vaccinale" ha detto il presidente dell'Iss. "La vaccinazione riduce in modo significativo il rischio di contrarre infezione, di ospedalizzazione e morte e questo vale per tutte le fasce di età e per tutti i vaccini. Da qui l'importanza di completare il ciclo vaccinale, perché il ciclo completo è estremamente efficace nel ridurre anche le possibilità di contrarre l'infezione".
L'incidenza balza a 58 e l'Rt a 1,57
I dati segnalano un balzo in avanti di incidenza e Rt, che questa settimana si attestano rispettivamente a 58 e 1,57. I due valori, che registrano la circolazione del virus e la replicabilità del contagio, sono oltre le rispettive soglie dei 50 nuovi casi ogni 100mila abitanti e dell'1,50. La scorsa settimana si attestavano a 41 e 1,26. I due parametri, insieme a quelli della saturazione delle aree mediche e delle terapie intensive, determinano il cambio di fascia delle regioni e le relative restrizioni. Nel monitoraggio sono 20 - rispetto alle 19 della scorsa settimana - le regioni e province autonome classificate a rischio moderato e una (Molise) a rischio basso. Diciassette riportano allerte di resilienza.
Nessuna regione supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o in area medica, ma aumentano i ricoveri. Il tasso di occupazione in intensiva è stabile al 2%, con un lieve aumento nel numero di ricoverati che passa da 165 (20 luglio) a 189 (27 luglio). Il tasso di occupazione in aree mediche sale al 3% rispetto al 2% della scorsa settimana. Il numero di ricoverati in queste aree è passato da 1.194 a 1.611.
Parametri ospedalieri più elevati al Sud
Ad avere i parametri ospedalieri più elevati (al 27 luglio) sono le regioni del Sud. Sicilia, Calabria e Campania hanno un valore di occupazione nelle aree mediche rispettivamente dell'8%, del 6,6%, e del 4,9%. Sicilia e Sardegna ma anche il Lazio hanno, nello stesso periodo, un valore di occupazione delle terapie intensive rispettivamente del 4,7%, del 4,2% e del 3,7%. Per quanto riguarda, invece, l'incidenza su 100mila abitanti nella settimana del 23-29 luglio, sono Sardegna, Toscana e Lazio le regioni dove il contagio corre, rispettivamente con 136,2, 94,5 e 87,5.
Con i nuovi parametri, la soglia critica che segna il passaggio alla zona gialla per le Regioni è fissata al 10% e 15% di occupazione rispettivamente per le intensive e per i reparti ordinari.
Questi i tassi di occupazione nelle varie regioni rispettivamente per le aree mediche e le terapie intensive: Abruzzo 1,8% e 0%; Basilicata 3,8% e 0%; Calabria 6,6% e 3,3%; Campania 4,9% e 1,8%; Emilia Romagna 2,5% e 1,2%; Friuli Venezia Giulia 0,8% e 1,1%; Lazio 4% e 3,7%; Liguria 2,1% e 2,8%; Lombardia 2,8% e 2%; Marche 1,3% e 1,9%; Molise 0,6% e 0%; PA di Bolzano 2,6% e 0%; PA di Trento 1,2% e 0%; Piemonte 1,2% e 0,5%; Puglia 2,8% e 2,2%; Sardegna 4,4% e 4,2%; Sicilia 8% e 4,7%; Toscana 2,2% e 3,3%; Umbria 1,8% e 2,1%; Valle d'Aosta 1,5% e 0%; Veneto 1,5% e 1,6%. ITALIA 2,9% e 2,2%.