Testimonial per la campagna di vaccinazione anti Covid 19 a Grosseto. Don Franco Cencioni, 95 anni - Comune di Grosseto
Quando il Comune di Grosseto ha deciso di fare una campagna per la vaccinazione, non ci sono stati dubbi: uno dei testimonial ideali era lui, don Franco Cencioni, coi suoi 95 anni. Per trent'anni parroco della cattedrale, don Franco è amato da tutti, cattolici e non. E lui, che ha già fatto le tre dosi, non ha avuto dubbi. È stato fotografato nel centro storico di Grosseto, tra la cattedrale e il palazzo municipale, quasi a far sintesi di un modo di intendere il suo sacerdozio, fatto di vita sacramentale e di vita tra le persone.
Con lui, su altri manifesti, altre quattro persone ad invitare la popolazione del comune a proteggersi contro il virus. Ma l'intolleranza no-vax si è subito fatta notare. Tra sabato e domenica i manifesti sono stati imbrattati con delle croci tracciate sui volti dei testimonial, tra cui don Franco, e, in alcuni casi, la scritta, subito sotto, "killer". Scritte analoghe erano già comparse, stavolta con vernice rossa, sui muri dell'hub vaccinale di Grosseto. Le scritte erano: "uccide". Ma anche altri luoghi pubblici sono stati sporcati con scritte fatte con la vernice.
I manifesti della campagna vaccinale imbrattati dai no-vax - Ufficio comunicazione Diocesi di Grosseto
Tutti concordi a condannare questo gesto, dal Comune alla Diocesi. Il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha parlato di «atto incivile, disgustoso, che va va contro il rispetto del decoro, ma soprattutto della libertà di espressione. Fascismo di pensiero».
Su questi manifesti anche la scritta "killer" - Ufficio comunicazione Diocesi di Grosseto
Ma torniamo all'anziano sacerdote. Sulle pagine del settimanale Toscana Oggi, ha tenuto a sottolineare di essere felice di rappresentare la Chiesa grossetana in questa iniziativa. «Io non mi vaccino per me - spiega -, ormai ogni giorno è un regalo del Signore. Mi vaccino per il prossimo, per chi mi sta vicino, per i fedeli che incontro, che confesso, che comunico; per i parenti; per i giovani, ai quali spero di essere ancora un po’ utile».
Don Franco ha poi voluto ringraziare le autorità civili «che hanno consentito a noi credenti di poter liberamente tornare all’incontro visivo nelle nostre celebrazioni liturgiche, perché - nel rispetto delle distanze e dell’uso della mascherina - possiamo partecipare più pienamente alla nostra preghiera, che non è egoisticamente per noi, ma per tutti, così come testimonianze anche storiche della nostra città ci dicono. Nelle epidemie che hanno costellato la nostra storia – ha concluso - un momento importante è stato quello della preghiera, che non esime da quanto la scienza medica e farmacologica ci offre. Questa è anche l’occasione per dire la gratitudine e l’ammirazione per la classe medica e infermieristica e le realtà del volontariato, che ci hanno sostenuti e ci sostengono in questo cammino di speranza. La fiducia reciproca in chi ci guida ci dia davvero motivo di costruire l’orizzonte della speranza».
Nei suoi 95 anni e passa di vita ne ha viste di cose, ne ha affrontate di difficoltà… Figlio di minatori, nel suo paese natale, Boccheggiano, piccolo borgo adagiato sulle colline metallifere, ha vissuto la guerra, i bombardamenti, la miseria…Figurarsi se, alla soglia del secolo di vita, si può far impensierire dalle polemiche sui vaccini. Sa bene poi di avere dalla sua parte papa Francesco e il cardinale Bassetti, che più volte hanno invitato ad aderire con senso di responsabilità alla campagna vaccinale.
Il manifesto della campagna vaccinale a Grosseto - Comune di Grosseto