Il corpo di una donna è stato trovato stamattina dai sommozzatori al ponte 6 della Costa Concordia. E' la diciassettesima vittima accertata del naufragio. Non indossava, al momento del ritrovamento, il giubbotto di salvataggio e questo lascia supporrre che si tratti di un membro dell'equipaggio, con ogni probabilità una peruviana.Intanto le condizioni del meteo preocuppano le varie strutture impegnate nei soccorsi e nelle operazioni di svuotamento di carburante dalla nave. Oggi il mare mosso con onde alte un metro ha causato lo stop alle operazioni preparatorie al pompaggio di combustibile, tanto che la nave pontone Meloria è tornata in porto per ragioni di sicurezza.L'aspirazione vera e propria di combustibile era stata prevista inizialmente per oggi, poi ieri era stata rimandata a domani, ma a questo punto non è escluso che i lavori slittino a lunedì. Per domani, infatti, viene dato un ulteriore peggioramento delle condizioni meteo, con mare da mosso a molto mosso, venti forti da sud-est e cielo molto nuvoloso o coperto con rovesci.E' stato intanto identificato uno dei corpi recuperati nei giorni scorsi: si tratta, come - ha spiegato l'unità di crisi della Prefettura di Grosseto - di una cittadina tedesca, di nome Inge Schall.
RISARCIMENTIUna richiesta di risarcimento per 460 milioni di dollari è stata presentata al tribunale di Miami da un gruppo di sei passeggeri della Concordia sopravvissuti al naufragio al Giglio. «Non c'è nessuno che sia uscito illeso da quella nave, che abbiano o no riportato danni fisici, l'ansia, lo stress che hanno vissuto accompagnerà li accompagnerà per sempre», ha dichiarato, si legge sul Miami Herald, Marc Bern, l'avvocato di questi passeggeri. La causa è stata intentata in Florida dove ha la sua sede principale la Carnival, il gruppo americano proprietario di Costa Crociere.Bern, un avvocato di New York, ha spiegato che rappresenta «centinaia» di passeggeri e che, insieme a un altro studio newyorkese, si starebbe orientando per una serie di cause multiple invece che un'unica class-action. Quella di Miami non è la prima causa presentata negli Stati Uniti per la vicenda della Concordia: giovedì Gary Lobaton, un membro dell'equipaggio peruviano, ha presentato una richiesta di risarcimento di almeno 100 milioni di dollari a un tribunale di Chicago.