Il Comune apre il fondo anti-crisi alle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali. Il bando per accedere ai finanziamenti per l’acquisto della casa, il pagamento dell’affitto o di altre spese impreviste legate alla perdita del lavoro è stato riscritto dalla giunta Pisapia che ha cancellato il vincolo del matrimonio e quello della residenza a Milano da almeno tre anni. Il nuovo provvedimento, approvato ieri, prevede contributi sino a 5mila euro per le coppie con redditi medio-bassi siano esse sposate o coabitanti nello stato di famiglia per «sussistenza del vincolo affettivo». L’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha precisato che il contributo potrà essere assegnato anche «a coppie dello stesso sesso» per non creare discriminazioni di alcun tipo. «Non abbiamo introdotto nessuna novità – ha aggiunto l’assessore al Lavoro Cristina Tajani – ma applicato solo la normativa nazionale esistente sullo stato di famiglia».A Palazzo Marino però l’annuncio dei nuovi criteri per accedere al fondo anti-crisi è sembrata «una fuga in avanti» verso la creazione del registro delle coppie di fatto che il sindaco Giuliano Pisapia ha annunciato entro il 2012, decidendo insieme alla coalizione che fosse però più opportuno rinviarlo a dopo l’incontro mondiale delle famiglie. In verità Majorino avrebbe voluto già collegare il bando al registro, ma Pisapia e gli altri assessori, hanno preferito lasciarle separate. Le polemiche sono scoppiate lo stesso, fuori ma soprattutto dentro la maggioranza. Di «decisione inopportuna perché rischia di dividere e creare conflitti» ha parlato il capogruppo del Pd Carmela Rozza.Massima cautela arriva dall’area cattolica del Pd che sottolinea come in discussione non ci sia, per il momento, il registro delle unioni di fatto, ma il riconoscimento dei diritti a persone in difficoltà. «Il provvedimento riguarda il sostegno alla povertà – ha detto la vicesindaco Maria Grazia – e fa riferimento alla famiglia anagrafica». Per l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, su questo tema «non vanno fatte battaglie ideologiche né da una parte né da dall’altra». Il vicepresidente dell’aula Andrea Fanzago, ha infine sottolineato che il provvedimento in realtà «sarebbe di competenza del Consiglio comunale» che invece non è stato consultato. Majorino, da parte sua, si è detto «dispiaciuto delle polemiche» ma al tempo stesso ha ribadito che il registro delle unioni arriverà entro il 2012 e «non nascerà da un blitz della giunta» ma da un «confronto aperto a tutta la città» che partirà proprio dall’aula consiliare.Dalle opposizioni sono arrivate pesanti critiche. Per il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli quella del vincolo affettivo è «una presa in giro» per evitare di discutere a viso aperto dell’istituzione del registro. Di un «insulto al buon senso» nell’equiparare la famiglia alle coppie di fatto dello stesso sesso ha parlato l’ex vicesindaco Riccardo De Corato. Matteo Salvini, capogruppo della Lega, se l’è presa invece con l’eliminazione del requisito della residenza annunciando un ricorso.