La Cassazione ha reso definitiva la condanna a 14 mesi di reclusione senza condizionale per diffamazone ad Alessandro Sallusti, il direttore de "Il Giornale". Ad Alessandro Sallusti, verrà "automaticamentè sospesa l'esecuzione della pena detentiva dalla Procura della Repubblica di Milano", in quanto risulta non avere cumuli di pena nè recidive. Lo ha spiegato il Procuratore Bruti Liberati."La sentenza ha portato il direttore Sallusti a chiedere di convocare assemblea che è stata immediatemente convocata e a cui il diretore ha comunicato le immediate dimissioni". Lo ha reso noto, Riccardo Pelliccetti del Cdr del "Giornale".La condanna era stata confermata dalla quinta sezione penale della Cassazione, presieduta da Aldo Grassi dopo una brevissima camera di consiglio di circa due ore e mezzo nella quale ha respinto completamente il ricorso presentato dalla difesa di Sallusti. Negate anche le attenuanti generiche come richiesto dal Pg Gioacchino Izzo.Poco dopo la proclamazione della sentenza, l'ufficio stampa della Suprema Corte ha promulgato una nota in cui si sottolinea che la Cassazione ritiene che «è opportuno precisare» aspetti del "caso Sallusti" «non esattamente evidenziati dalla stampa nei giorni scorsi». Per prima cosa la falsità della notizia contenuta nell'articolo anonimo attribuito a Sallusti.Sallusti è stato inoltre condannato a pagare 4.500 euro di spese processuali. Piazza Cavour, inoltre ha disposto un nuovo appello bis per Andrea Monticone, il giornalista di "Libero", di cui all'epoca Sallusti era direttore, che si occupò del caso di aborto della 13enne di Torino. Nel dettaglio, la suprema Corte ha confermato la sentenza della Corte d'appello di Milano del 17 giugno 2011 che aveva inflitto 14 mesi senza condizionale a Sallusti per la diffamazione a mezzo stampa a causa di un editoriale siglato con uno pseudonimo, apparso nel febbraio del 2007 su "Libero".Secondo la Cassazione, dunque, non ci sono dubbi che l'autore della diffamazione sia stato il direttore del "Giornale" al quale ha negato anche lo sconto di pena. In primo grado, il 26 gennaio 2009, il Tribunale di Milano aveva invece condannato Sallusti a 5.000 euro. L'editoriale siglato con uno pseudonimo invocava la pena di morte per Giuseppe Cocilovo, il magistrato di Torino in servizio presso il giudice tutelare che si era occupato del delicatissimo caso di interruzione di gravidanza di una 13enne torinese. A questo punto se Sallusti non chiederà l'affidamento ai servizi sociali rischia il carcere.