Durante il trasferimento a Genova della Concordia "si prevede possano avvenire rilasci a mare di acque interne, sostanze e preparati censiti all'interno e idrocarburi". Lo scrive Costa nel
Progetto di trasferimento e smaltimento del relitto sottolineando che l'impatto ambientale sarà "di lieve entità", "temporaneo e poco significativo".Il porto di Piombino, scrive Costa nelle considerazioni che hanno portato alla scelta di Genova e che accompagnano il
Progetto di trasferimento e smaltimento, "allo stato attuale non è idoneo a ricevere il relitto, né è dotato di un cantiere di demolizione. Infatti il porto di Piombino richiede l'esecuzione di opere significative di ingegneria civile, incluso il dragaggio di un canale a -20 metri e la costruzione di una diga di circa un km di lunghezza". La prima fase dei lavori, "necessari per ricevere il relitto, secondo quanto dichiarato dalla stessa parte proponente, non sarà completata prima della fine di settembre 2014 e, pertanto, è da escludersi che il relitto possa essere portato a Piombino". Inoltre, scrive ancora Costa, "sempre secondo quanto rappresentato dalla parte proponente, le opere necessarie per la realizzazione del cantiere di demolizione richiederanno un ulteriore periodo di tempo tale per cui la demolizione non potrà iniziare prima della fine del 2014". Proprio il fatto che non vi sia un cantiere, è una questione "rilevantissima" ai fini della valutazione finale, perché Piombino "non è stata in grado di dimostrare il possesso di alcuna certificazione relativa al cantiere né di poter garantire che una volta realizzato questo soddisferà i requisiti necessari". Ed infine la proposta di Piombino, conclude Costa, era "meno vantaggiosa sotto il profilo economico" di quella presentata da Genova.