mercoledì 27 ottobre 2021
Magatti: il vescovo Oscar Cantoni mise in luce la necessità di «luoghi e occasioni per rendere la città vivibile, dove tutti si riconoscano fratelli», noi per farlo usiamo digitale e comunicazione
La locandina: "Signora ha visto mio fratello?”

La locandina: "Signora ha visto mio fratello?” - Collaboratori

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«Promuovere una comunità che non lasci indietro nessuno». Questa l’ispirazione che anima l’iniziativa “Como - Città Fratelli tutti”, un movimento civico che sta muovendo i suoi primissimi passi nel capoluogo lariano, pensato proprio «affinché non ci siano più persone abbandonate alle loro fragilità».

A spiegarlo è il sociologo comasco Mauro Magatti che ieri, insieme a una rappresentanza del gruppo di lavoro coinvolto nella realizzazione di questo progetto-pilota – che ha ottenuto il patrocinio del Comune e l’adesione, ancora aperta a chi desideri partecipare, di oltre una sessantina di associazioni, istituzioni e realtà del territorio – lo ha presentato ufficialmente alla città, «ma con lo sguardo allargato su orizzonti ampi, perché l’idea può essere replicata ovunque».


Iscrivendosi a una piattaforma digitale chiunque può mettere in circolo le proprie competenze o risorse e chiunque può chiedere di essere assistito nelle proprie fragilità. Il sociologo Magatti: «Un modello da replicare ovunque»

Due le azioni che caratterizzano la proposta.

La prima è molto concreta e prevede l’attivazione di una piattaforma attraverso cui dare risposte ai bisogni delle persone. Lo strumento si chiama “Shaps” ed è una sorta di piazza digitale, sviluppata da Komg – una rete internazionale di società che forniscono servizi professionali alle imprese – e messa gratuitamente a disposizione di “Como Città Fratelli tutti” grazie ad Ifel (l’Istituto per la finanza e l’economia locale), fondazione istituita dall’Anci, che ne ha la licenza d’uso.

“Shaps” – acronimo di cinque parole che tradotte dall’inglese significano condividere, aiutare, consigliare, dare forza e supportare – è nata durante il primo lockdown del 2020, per mettere in circolo conoscenze ed esperienze in diversi campi professionali. Di fatto è una grande bacheca virtuale che permette di incrociare richieste e risorse: iscrivendosi, a costo zero, alla piattaforma (dal sito comofratellitutti.it) si possono chiedere aiuti (per esempio: viveri per i poveri della città, ricerca di volontari, vestiario…), dare soluzioni a istanze specifiche, oppure offrire proprie competenze, professionalità, tempo, spazi.

«In uno stile di circolarità – dice Paola Della Casa, coordinatrice del Tavolo per la grave marginalità di Como –, perché anche le persone in difficoltà, coloro che tutti scartano, nelle loro fragilità hanno un patrimonio di umanità che va valorizzato in un processo di vicinanza, di prossimità relazionale, a beneficio di tutta la comunità».

Ed è in questo solco che si inserisce la seconda azione dell’iniziativa, una proposta culturale «di promozione del senso di fraternità» spiega ancora Magatti, che si radica nell’enciclica di papa Francesco Fratres omnes, ma anche nel messaggio alla città rivolto dal vescovo, monsignor Oscar Cantoni, per la festa del patrono Sant’Abbondio, e dal titolo provocatorio: «Como, città di fratelli?».

«Il vescovo Cantoni mise in luce la necessità di «luoghi e occasioni per rendere la città vivibile, dove tutti si riconoscano fratelli». Utilizzando due strumenti “dell’oggi”, il digitale e la comunicazione, «vorremmo ripartire dalle relazioni per rigenerare il senso di comunità e costruire un nuovo modello di convivenza sociale – sottolinea ancora Mauro Magatti –, stimolare le tante risorse di bene presenti nel tessuto cittadino (perché questo progetto non si sostituisce né ha la pretesa di coordinare le realtà già esistenti e operative, ma le affianca e le supporta) e, soprattutto, vuole promuovere alleanze e sinergie, perché la parte più importante di questa iniziativa è quella che scriveremo insieme e che, al momento, nessuno ancora immagina, perché sarà il frutto di un percorso condiviso».

La campagna di sensibilizzazione è già partita. In città stanno comparendo cartelloni con la scritta "Avete visto mio fratello?", in dialetto, in linguaggio giovanile e in arabo, perché la prima forma di fraternità è l’inclusione. Fino al 2 novembre un gruppo di panificatori e pasticcieri propone un pane e un dolce legato all’iniziativa. Sabato 30 ottobre, infine, ci sarà una manifestazione diffusa per la città (con laboratori, testimonianze, mostre e arte di strada), che si aprirà, alle 10.30, alla Sala Bianca del Teatro Sociale, con il dialogo fra il Vescovo Oscar Cantoni e il sindaco Mario Landriscina, insieme alla sociologa Chiara Giaccardi, sui temi della città e della fraternità.

Da sapere. L’enciclica di papa Francesco

L’iniziativa di Como prende spunto dall’enciclica “Fratelli tutti”, la terza di papa Francesco scritta nel suo ottavo anno di pontificato e firmata il 3 ottobre 2020. Nel testo, fraternità e amicizia sociale sono le vie indicate dal Pontefice per costruire un mondo migliore, più giusto e pacifico, con l’impegno di tutti: popolo e istituzioni. È inoltre ribadito con forza il «no» alla guerra e alla globalizzazione dell’indifferenza.

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