La Concordia partirà per
il suo ultimo viaggio dall'isola del Giglio a Genova martedì 22
luglio. La conferma ufficiale è arrivata dal capo della
Protezione Civile Franco Gabrielli dopo gli ultimi aggiornamenti
sulle previsioni meteorologiche. Le operazioni, dalla mattina di martedì, dureranno dalle quattro alle sei ore per consentire la partenza della
nave
Intanto stamattina è riemerso dal mare il ponte 4, quello chiamato "Grecia", quello dove i
soccorritori hanno recuperato la maggior parte delle vittime del
disastro. All'isola del Giglio i lavori per il rigalleggiamento della
nave sono andati avanti per tutta la notte: allo stato la nave è
riemersa di circa 6 metri. Quando si arriverà ad otto, molto
probabilmente nel corso della giornata di oggi, anche il ponte 4 sarà
interamente fuori dall'acqua e si vedrà anche la prua della
nave. Il relitto, dicono i tecnici, è stabile e sono in corso le
operazioni per gestire il riempimento e lo svuotamento dei
cassoni di zavorra. Lunedì la nave
era risultata 4.000 tonnellate più pesante del previsto rispetto
alle 70 mila calcolate. Se alla fine ci fosse stata troppa differenza
tra il tonnellaggio ipotizzato e quello reale, forse si sarebbe
dovuto mettere di nuovo mano al progetto. Così al momento non sembra e l'errore rientrerebbe nei limiti di tolleranza. Nella riemersione
del ponte cinque gli operatori si sono imbattuti in sacche di acido
solfidrico, l'H2S, il gas che si origina dalla decomposizione di
materiale organico, ma si tratta di un fenomeno ampiamente previsto.
Sull'isola intanto continuano ad arrivare
turisti curiosi: molti per visite dalla mattina alla sera. Tra
loro nei giorni scorsi c'era anche un naufrago che la notte del
13 gennaio si trovava sulla Concordia con la famiglia, tornato
sull'isola perchè certi finali si guardano da vicino e non da
lontano, per chiudere (definitivamente) una porta. Porta che
nella chiesa di Giglio Porto vuole invece rimanere aperta: per
ricordare l'abbraccio di quella notte ma anche che, al di là
della grande (e indiscutibilmente unica) operazione
ingegneristica che ha permesso il recupero della nave, quello
sciagurato naufragio è stato dolore e trentadue persone sono
morte. Così don Lorenzo, milanese trapiantato in Maremma, ha
allestito nella chiesa una vetrina. Ci sono un quadro donato da
un sopravvissuto, il Gesù e il Bambino della Cappella della
Costa Concordia e tanti altri oggetti. Don Lorenzo ha tenuto
della nave anche la coppa dove si conservavano le ostie
consacrate.