mercoledì 6 marzo 2024
In 4 giorni nell'ospedale sono stati eseguiti 5 interventi per la generosità di due donatori deceduti. Una bimba di 5 anni, due ragazze di 17 e 18 anni e altre due pazienti di 8 e 14 anni i riceventi
Al Bambino Gesù il dono di due famiglie salva cinque piccole vite

Ufficio stampa Bambino Gesù

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Ora cinque bambini possono sperare in una vita normale. Ma sono soprattutto cinque vite salvate grazie alla generosità di due donatori e delle rispettive famiglie. È una vera e propria matatona trapiantologica, con cinque trapianti in quattro giorni, quella che si è svolta all'ospedale pediatrico Bambino Gesù, durata complessivamente circa 60 ore.

I primi tre trapianti sono stati effettuati tra il 28 e il 29 febbraio, con organi prelevati da un donatore deceduto di età pediatrica, i cui genitori hanno acconsentito all'espianto. Parte del fegato e i due reni sono stati donati a tre pazienti ricoverati al Bambino Gesù. La parte sinistra è andata ad una bambina di 5 anni, affetta da cirrosi biliare secondaria ad atresia delle vie biliari ed era in lista di attesa da quattro mesi. I reni li ha ricevuti una ragazza di 18 anni, affetta da nefronoftisi, e a un'altra ragazza di 17 anni, affetta da rene policistico e idronefrosi ostruttiva. Erano in dialisi e in lista d'attesa, rispettivamente, da 37 e 28 mesi.

Gli altri due trapianti sono stati realizzati in contemporanea tra il giorno 1 il 2 marzo, con un fegato prelevato da un donatore deceduto adulto. L'organo è stato prelevato intero, trasportato al Bambino Gesù dove è avvenuta la suddivisione del fegato nel lobo destro e sinistro, trapiantati in contemporanea a due pazienti. Questa procedura, sia per la modalità di esecuzione durante perfusione, sia per come il fegato è stato diviso, è particolarmente innovativa ed eseguita sino ad ora in pochi casi sia in Italia che nel resto del mondo. Ne hanno beneficiato una bambina di otto anni, affetta da epatite fulminante, in lista di attesa da 2 giorni. E una ragazza di 14 anni affetta da malattia di Wilson, in lista di attesa da 50 giorni.

La maratona trapiantologica ha coinvolto nei quattro giorni numerosi professionisti dell'ospedale: chirurghi; anestesisti; rianimatori; radiologi; epatologi; nefrologi; infermieri coordinatori, di sala operatoria e dei reparti; il centro trasfusionale; il laboratorio analisi; gli autisti dei mezzi delle automediche. «Fondamentale il contributo anche dei coordinatori e dei sanitari degli ospedali dove vengono effettuati i prelievi, dei centri di coordinamento regionali e del Centro Nazionale Trapianti», commenta Marco Spada, responsabile di Chirurgia epato-bilio pancreatica e dei trapianti di fegato e rene al Bambino Gesù.

«Un grande lavoro di coordinamento e dedizione professionale - ha aggiunto Sergio Giuseppe Piccardo, responsabile Anestesia, rianimazione e comparti operatori del Bambino Gesù di Roma – che non sarebbe stato possibile senza la generosità dei donatori e delle loro famiglie. È loro che dobbiamo ringraziare per un gesto di grande altruismo che ha donato una nuova vita a 5 giovani pazienti».

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