Gli italiani sono meno spreconi: complice la crisi e la necessità di fare i conti con il portafoglio al supermecrato ma anche un’accresciuta sensibilità ambientale, con il tema dell’alimentazione e la scarsità di cibo nel mondo al centro del dibattito di Expo, gli abitanti del Bel Paese in un anno hanno gettato nella spazzatura l’equivalente di 8,1 miliardi di euro, pari a 6,5 euro settimanali a famiglia. Il trend è in lieve diminuzione: rispetto agli 8,7 miliardi di euro buttati nel 2013. I dati ermergono dal Rapporto 2014 sullo spreco alimentare domestico Waste Watcher - Knowledge for Expo, l’Osservatorio sui temi dell’alimentazione, dell’agricoltura, dell’ambiente e della sostenibilità creato un anno fa in vista dell’importante appuntamento del 2015. I dati dell’osservatorio sono stati presentati dal presidente di Last Minute Market Andrea Segrè e dal presidente di Swg Maurizio Pessato. Alla presentazione è intervenuto anche il Ministro delle Politiche Agricole e delegato Expo per il governo, Maurizio Martina. Non sprecare sembra così essere il primo comandamento degli italiani. A far ben sperare c’è l’analisi degli atteggiamenti (valutati su un campione di circa 1.500 persone, tra il 30 aprile e il 15 maggio 2014): il 63% degli intervistati infatti, desidera un’Italia vigile contro gli sprechi, prima ancora di un’Italia equa (39%), solidale (22%), tollerante (12%), sicura (42%), e in generale rispettosa dell’ambiente (47%). Inoltre, l’81% degli italiani controlla se il cibo scaduto è ancora buono prima di gettarlo (era il 63% a inizio 2014) e il 76% porta o vorrebbe portare a casa il cibo avanzato al ristorante anche se solo il 30% lo fa. «C’è poca abitudine a portare a casa quello che si avanza al ristorante – aggiunge Andrea Segrè di Last Minute Market, presentando i dati del rapporto – molti lo vorrebbero fare ma sono frenati dalla timidezza e per chi invece lo fa, spesso il ristoratore non ha i contenitori per l’asporto». Ma quello di portare a casa il cibo avanzato al ristorante è anche uno dei dieci suggerimenti inseriti nel decalogo contro lo spreco del cibo alimentare redatto dal Protocollo di Milano per Expo. Anche le etichette giocano un ruolo chiave. Il 90% degli intervistati afferma di leggerle sistematicamente per verificare la scadenza dei prodotti e l’83% dichiara di conoscere la differenza tra 'data di scadenza' e 'preferenza di consumo'. Ma solo il 67% di chi ritiene di saperlo (54% del totale del campione) ha dimostrato di conoscere realmente il significato. «Con l’Unione europea c’è un dibattito aperto sul tema delle etichette alimentari – aggiunge il ministro Martina – l’ambizione nostra è quella di puntare anche sulla qualità e tenere le due questioni sullo stesso livello». Anche la tecnologia entra in campo per contenere lo spreco: fra le innovazioni auspicate dagli intervistati primeggiano la tecnologia intelligente per gli imballaggi del cibo, con packaging che virano di colore e possono monitorare la freschezza dei cibi (76%); ma anche sistemi di controllo delle temperature del frigorifero (75%) e sistemi di pianificazione della spesa (67%).