giovedì 16 ottobre 2014
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Speravamo che fosse stato solo di un incidente. Un innocente gioco infantile finito in tragedia. La terribile notizia, invece, ci raggiunge all’indomani dell’omicidio di Emilio, il venticinquenne ucciso davanti alla nostra chiesa. La piccola Fortuna Loffredo – Chicca –, precipitata dal balcone nel mese di giugno a Caivano era già stata ripetutamente violentata. Aveva sei anni, Chicca. Era una bambina bella e allegra. Viveva con la mamma, la nonna e i fratellini in un palazzone di mattoni che, ai suoi occhi, pareva toccasse il cielo. Case popolari tirate su alla buona e lasciate a se stesse, senza controlli e manutenzione. Brutti casermoni dove povertà e degrado mettono in fuga spensieratezza e bellezza. Abitava, Chicca, nello stesso edificio dal quale l’anno prima era precipitato Antonio, il suo amichetto di soli 4 anni. 

La morte di Antonio fu archiviata, forse troppo frettolosamente, come un incidente. Stavolta gli inquirenti non erano per niente convinti che si trattasse di un gioco finito male. Troppe coincidenze: stesso palazzo, stesso piano, rapporti di buon vicinato tra le famiglie delle vittime. Disposero, perciò, che il corpo della piccola fosse sottoposto ad autopsia. Voci di una probabile violenza cominciarono a circolare già durante il funerale. La conferma che Chicca sia stata veramente stuprata è arrivata, però, solo ieri. Il quartiere, già provato e sconvolto, riceve un altro brutto colpo.  Gli ultimi due omicidi sono avvenuti in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti, in particolare dei bambini. Il che vuol dire che nessuno è al sicuro. I bambini, naturalmente, sono i più esposti. Sono quelli che pagano il prezzo più alto per gli egoismi e la cattiveria di tanti stupidi adulti. Ai bambini dei nostri quartieri viene rubata anche la possibilità di fare una passeggiata o un giro in bicicletta. Le case sono piccole, le strade malsicure e la palestra non se la possono permettere. I genitori tremano. Ora a questa paura se ne aggiunge un’ altra. Chi ha stuprato la piccola Fortuna? Dove si nasconde il mostro? Sta ancora in mezzo a noi? Può colpire ancora? Domande angoscianti alle quali, per adesso, è impossibile rispondere. La violenza subita da Chicca getta inquietanti sospetti anche su quella di Antonio. La notizia, in poche ore, fa giro delle redazioni e richiama, come era prevedibile, al «Parco Verde» tanti giornalisti e troupe televisive. La pedofilia, grazie a Dio, è uno scandalo che ancora sconvolge gli animi. È facile, però, per tanti, abbinare pedofilia e povertà. Come se questa insana voglia di certi adulti di violentare e tormentare i bambini a proprio piacimento scaturisse di fatto da uno stato di povertà economica e di mancanza di cultura. Le cose non stanno così e dobbiamo dirlo a voce alta e ferma. Facciamo fatica a liberarci dalla favola che da qualche secolo ha fatto tanti proseliti che l’istruzione migliora anche moralmente l’uomo. Non è vero. 

Don Fortunato Di Noto è il prete siciliano impegnato nella nobilissima battaglia contro pedofili, produttori e consumatori di pedopornografia. Ebbene, solo pochi giorni fa ha scoperto un ulteriore sito che nel giro di poche ore era stato preso d’assalto da più di 20mila persone, probabili acquirenti del materiale. Certo, nei quartieri a rischio, nella promiscuità, si annidano tanti germi virulenti che colpiscono con facilità i bambini. Guai a credere all’equazione pedofilia uguale povertà. Pur senza volerlo, ancora una volta, avremmo fatto un gran regalo a migliaia di ricchi e panciuti pedofili che se ne vanno in giro per il mondo alla ricerca di bambini da abusare, rovinare e abbandonare. Impegniamoci tutti, invece, per un mondo dove i diritti dei bambini siano anteposti in assoluto a quelli – a volte artificiosi o inesistenti – degli adulti.

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