martedì 6 gennaio 2015
Il quartiere Borgo Nuovo detiene il record di spazi abbandonati di tutta la città, eppure i suoi cittadini non si arrendono. Insegnanti, medici e sacerdoti guidano la rinascita. (Alessandra Turrisi)
COMMENTA E CONDIVIDI
Ampie distese di verde tra una palazzina e l’altra, ma nella maggior parte dei casi nessuno sa a chi appartengano. La querelle infinita tra Istituto autonomo case popolari e amministrazione comunale ha condannato il quartiere più verde di Palermo al record di spazi abbandonati, sede di ogni sorta di malaffare e mai diventati una risorsa per i residenti.È solo una delle contraddizioni di Borgo Nuovo, una delle periferie del capoluogo siciliano, costruita negli anni Sessanta alle falde della collina di Bellolampo, discarica della città, e poi dimenticata. Poco noto alle ribalte nazionali, rispetto ai più conosciuti Brancaccio e Zen per l’alto tasso di criminalità mafiosa, Borgo Nuovo è diventato nel nascondimento il quartiere col maggior numero di occupazioni abusive. Non c’è struttura abbandonata dal pubblico da qualche anno che non sia stata trasformata in appartamenti abusivi, verande, gabbie per allevamenti di cani. Si stima che almeno una cinquantina di famiglie vivano così, di espedienti, in locali che un tempo furono aule scolastiche, asili d’infanzia realizzati con fondi europei, strutture a supporto di campetti sportivi avviati alla distruzione, perfino villette costruite dall’Opera pia cardinale Ruffini per accogliere gli anziani e da qualche tempo inutilizzate. Ci sono generazioni che hanno conosciuto solo case abusive, che a scuola studiano le regole della legalità mentre in famiglia respirano illegalità dalla nascita.«La verità è che a nessuno interessa la sorte dei nostri bambini. Lo dimostrano tutti gli asili e le scuole abbandonati e occupati abusivamente» va subito al sodo don Antonio Garau, che da quattro anni è parroco di San Paolo, una delle due grandi chiese di questo quartiere che forse più degli altri interpreta il suo ruolo di periferia all’antica. Non ci sono migranti tra gli abitanti di Borgo Nuovo, la povertà che si respira è quella ereditata dalle famiglie di origine o peggio ricevuta "in premio" da una crisi sociale e occupazionale che non perdona. Garau, fondatore dell’associazione Jus Vitae, ideatore del premio internazionale Padre Pino Puglisi, si è ritrovato alla guida di una maestosa chiesa inagibile da quasi dieci anni, visto che le pareti sono piene di crepe e rosicchiate dall’umidità.«È stata costruita nel 1958 con i metodi mafiosi di quel tempo, che prevedevano l’uso di calcestruzzo di scarsissima qualità, così si sta sgretolando – racconta don Garau –. Speriamo solo che l’appalto sia affidato celermente per poter restituire la chiesa alla gente il prima possibile».Pochi mesi fa don Antonio prese una chitarra e un gruppo di volontari e organizzò un itinerario canoro in centro per gridare alla città che i minori e le famiglie bisognose devono essere al centro della solidarietà di tutti. «La gravissima situazione economica delle famiglie e il continuo utilizzo dei minori in qualunque settore del malaffare, assieme al disinteresse della politica e della gente perbene, ci rattrista – dice –. Per un centinaio di bambini poter frequentare l’oratorio e il doposcuola, qui a Borgo Nuovo, significa riuscire a conquistare un buon successo scolastico, significa potere mangiare dignitosamente. In questa parrocchia assistiamo 180 famiglie povere. La gente di Borgo Nuovo chiede lavoro, soprattutto questo. Sono le donne a portare avanti la casa, magari lavorano come collaboratrici domestiche in centro, spesso a nero, ma sono donne meravigliose, che sostengono tutto il peso di famiglie problematiche, che sanno educare i bambini e li seguono. Sono questi ragazzi la grande speranza del nostro quartiere». A loro dedica il suo tempo anche Marina Venturella, preside dell’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini: «I bambini che abitano in queste strutture occupate abusivamente vivono una illegalità riconosciuta, ma noi diamo ogni giorno segni di legalità aprendo al territorio questa scuola. Ho scelto di mantenere la centrale dell’istituto qui, accanto a una struttura occupata, proprio per dare un segno, per dire "Noi siamo qua per voi"».Ma Borgo Nuovo è un quartiere in grande trasformazione. Viale Piazza Armerina, l’ampio asse che collega le piazze Santa Cristina e San Paolo, è ormai da mesi sede del cantiere della linea 2 del tram, così come via Modica, che nell’estate 2013 fu teatro delle vigorose proteste dei residenti, rimasti intrappolati in casa con la linea ferrata a un metro dagli ingressi dei palazzi. Entro fine 2015 la linea 2 sarà completata, ma i lavori, la crisi e l’apertura del centro commerciale non hanno fatto altro che tirare la zappa sui piedi ai piccoli commercianti.L’impegno delle associazioni presenti sul territorio e della chiesa è fondamentale. La parrocchia di Santa Cristina, guidata da padre Gianni Trumello, passionista, ha aperto le porte all’Associazione operatori sanitari volontari mariani cattolici. L’ambulatorio è in canonica e, in un anno, 800 pazienti hanno avuto accesso alle prestazioni dei medici volontari. Si tratta di persone a basso reddito che, se non ci fosse stato questo servizio, magari avrebbero atteso chissà quanto per una visita in ospedale oppure vi avrebbero proprio rinunciato, per evitare di pagare il ticket. «Le specialità più gettonate – spiega il presidente dell’associazione, Paolo La Placa – sono la cardiologia e l’ortopedia, ma anche l’otorinolaringoiatria e la dermatologia. Alcune mamme portano anche i bambini e abbiamo un accordo con una dentista per prestazioni dal costo molto ridotto. Abbiamo deciso di svolgere anche alcuni corsi educativi, uno di primo soccorso, l’altro di prevenzione ginecologica» con la consapevolezza che non si tratta solo dare un’alternativa all’incubo liste d’attesa del pubblico, ma anche di salvare qualche vita.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: