Inquirenti e investigatori che si
occupano del caso di Yara Gambirasio faranno il punto sulla
situazione delle indagini oggi in Procura a una settimana dal
fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore bergamasco
fermato lunedì scorso.
Saranno presenti, oltre ai poliziotti e i carabinieri
bergamaschi, anche personale dello Sco, del Ros dei carabinieri
e il comandante dei Ris, il reparto investigazioni scientifiche
dell'Arma, il colonnello Giampietro Lago.
Da studiare anche le prossime mosse sul fronte delle indagini
che sono proseguite in questi giorni anche per verificare il
racconto del muratore che continua a proclamarsi innocente.
"Non avrei mai potuto fare un gesto simile,
non
sono capace di fare male a nessuno e ho dei figli della stessa età di
Yara", continua a ripetere Bossetti, da lunedì scorso in isolamento in
carcere. Prima davanti al gip e al suo avvocato, poi di fronte a chi
lo assiste dietro le sbarre, ribadisce di essere cresciuto "sapendo di
essere figlio di Ester Arzuffi e di Giovanni Bossetti", e non di
Giuseppe Guerinoni il cui dna ha dato una svolta al caso, di "non aver
mai conosciuto Yara" e che se fosse successo a sua figlia "non avrebbe
avuto neanche la forza di lavorare".Intanto gli inquirenti, sollecitati dalla difesa legale di Bossetti, fanno sapere che si potrà
ripetere l'analisi del Dna sulle tracce biologiche trovate sul corpo di Yara. "Credo che si possa
tranquillamente andare a
giudizio immediato". Così il
procuratore di Bergamo Francesco Dettori ospite di '24
Mattino' su Radio 24 parla del caso Yara Gambirasio. "La
decisione di richiederlo spetta al pm Ruggeri, ma ritengo di
sì, che si possa fare il giudizio immediato. Dopo tanti
anni, se si riesce ad arrivare a un giudizio dibattimentale
il più rapido possibile significa anche dare un giusto conto
del funzionamento della macchina della giustizia". Sulla
prova "principè, quella del dna, Dettori ha affermato che:
"La nostra è una certezza processuale basata su prove
scientifiche praticamente prive di errore. Questa prova è
stata stabilita in un contesto oggettivo molto ben
specifico"."Quando
pensiamo a un omicida, pensiamo a una persona feroce. Qui siamo
in presenza di una persona normalissima, padre di 3 bambini,
oso
sperare che non sia lui". Don Corinno Scotti, parroco di
Brembate, lo ha detto durante la messa della domenica, a sei
giorni dal fermo del presunto omicida di Yara Gambirasio,
parlando del muratore Massimo Giuseppe Bossetti.
"Cari padri e madri - ha proseguito nell'omelia -, voi volete
che nessuno faccia del male ai vostri figli, ma quello che più dovete
volere è che loro non facciano male a nessuno".
Poi ha ricordato le parole del padre di Yara, Fulvio, che nei
giorni scorsi gli aveva detto: "Dì di pregare per la loro
famiglia - riferito ai Bossetti - perché stanno soffrendo ancor
più di noi".