giovedì 8 febbraio 2024
Il ministro degli Esteri alla Camera per l'informativa sull'italiana detenuta da un anno: «Ma il suo legale non ha chiesto custodia alternativa come chiesto da Nordio. Ora però trattata meglio»
Tajani e Nordio

Tajani e Nordio - ANSA

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«L'Italia è la culla del diritto e la patria di cesare Beccaria, l'azione del Governo è sempre orientata al rispetto e dalla tutela del diritto nazionale, internazionale e comunitario. Per noi conta sempre la tutela della dignità della persona, il garantismo ispira il nostro agire». Lo ha detto il ministro degli esteri, Antonio Tajani, a Montecitorio per l'informativa urgente sul caso di Ilaria Salis. «Così abbiamo fatto per il caso Salis prima che fosse oggetto di polemica politica». E qui ha chiosato: evitare di «trasformare una questione giudiziaria in un caso politico» può «regalare titoli sui giornali ma non fa bene a Ilaria Salis». Parole che sembrano suonare anche come un richiamo agli alleati della Lega.

«A chi grida "Riportate Ilaria in Italia!", chiederei a quale soluzione stia pensando. L'unica via per noi percorribile, per un reato commesso in uno Stato membro dell'Ue, è quella delle regole europee che prevedono, per gli arresti domiciliari in Italia, che devi prima chiederli e ottenerli nel Paese che esercita la giurisdizione».

Ma «il suo legale non ha presentato domanda di misure cautelari alternative al carcere in Ungheria - afferma Tajani - contrariamente a quanto era stato suggerito dal ministro Nordio. La prossima udienza è stata calendarizzata per il 24 maggio e in tale occasione sarà chiamata a testimoniare anche la parte lesa». Tajano spiega che «il ministro Nordio ha rilevato che un'interlocuzione epistolare tra un dicastero italiano e un organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale e irricevibile. La decisione sullo stato di libertà dell'indagato compete solo al giudice ungherese».

Non è neanche percorribile l'ipotesi di arresti domiciliari all'interno dell'ambasciata d'Italia a Budapest: «La richiesta non è possibile. Non è luogo idoneo all'esecuzione di misure coercitive. Non ha né la struttura né la legittimazione a sostituirsi ad un domicilio privato come luogo di detenzione: servirebbero molti più carabinieri». Anche perché «nell'ambasciata ci sono carte segrete: non è possibile avere un detenuto libero in giro. Non è una casa privata: c'è un problema di sicurezza nazionale».

Le condizioni di detenzione Ilaria Salis sono comunque notevolmente migliorate, segno che l'attenzione mediatica e - di conseguenza politica - stanno spingendo il governo ungherese a una maggiore attenzione: «Ieri, il nostro ambasciatore ha nuovamente incontrato la signora Salis - riferisce il ministro degli Esteri - che gli ha sottolineato il netto miglioramento delle condizioni di detenzione. Ha menzionato gli aspetti igienici (disinfestazione della cella, distribuzione di lenzuola e coperte nuove), sanitari - riguardo sia alla dieta sia alla trasmissione dei referti medici richiesti), l'approccio generalmente più cortese di tutto il personale carcerario, il regime soddisfacente per quanto riguarda le comunicazioni. Può parlare liberamente con famiglia e ambasciata. La connazionale ha poi informato che le stanno dando l'accesso ai video a sostegno dell'accusa ma non ha ancora la traduzione in italiano degli atti processuali, questione che l'Ambasciata tornerà a sollevare»

Tajani ricorda comunque che «la vicenda della signora Ilaria Salis rientra tra gli oltre 2.400 casi di connazionali detenuti all'estero. Per ognuno di essi, indipendentemente dal merito della loro situazione giudiziaria, ci adoperiamo per fornire assistenza e garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali. Così abbiamo fatto, fin dal primo giorno». E l'Ambasciata «si è attivata immediatamente per fornire ogni possibile assistenza alla signora Salis e ai suoi familiari, con cui ha intrattenuto un intenso dialogo. Ha effettuato frequenti visite consolari in carcere».

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