Berlusconi «ha fallito». Ma «guai ad affidare ai giudici la liquidazione di una fase po-litica, sarebbe la conferma di un’alterazione delle regole della democrazia ». Anche perché il premier «cerca di mascherare i suoi insuccessi con la scappatoia della lotta eterna contro la magistratura». A Todi, per la riunione dei cento parlamentari del 'Nuovo polo', il leader dell’Udc decide di prendere la parola per primo. Fini, influenzato, non c’è ancora: parlerà questa mattina. E così farà Rutelli.Casini attacca Berlusconi e difende il presidente della Camera, ma è sempre attento a non alzare troppo la temperatura dello scontro: «La nostra è una forza tranquilla», dice all’inizio e anche alla fine del suo intervento. Aggiungendo: «Sappiamo distinguere la polemica dalla politica». E raccomandando, a mo’ di chiusa: «Non cediamo alla trappola della rissa. Altrimenti anche noi saremo spazzati via. Berlusconi ha bisogno di mandare i videomessaggi, di intimidire i conduttori, chiede prove di fedeltà non accontentandosi più di quelle di lealtà. Ma noi dobbiamo mostrare di essere una forza tranquilla, serena, responsabile».L’accenno è probabilmente rivolto ad alcuni esponenti di Fli, che nei giorni scorsi, in risposta all’affare Montecarlo, hanno sparato con l’artiglieria pesante contro il premier e altri esponenti della maggioranza. E, dunque, raccomanda Casini, «la soluzione alla crisi politica di Berlusconi va trovata con la politica». Ovvero mettendo in campo una «proposta diversa» di polo moderato. Il giudizio sul Berlusconi delle feste è comunque duro: «E’ indifendibile» e «i suoi in privato si vergognano e vengono a dircelo, salvo poi fare quadrato in pubblico». La questione si lega strettamente alla difesa del presidente della Camera: «Si chiedono le dimissioni di Fini , perché non si vuole parlare delle serate di Arcore. Fini presiede in modo impeccabile. E poi ha ribadito la fiducia nei magistrati, se occorrerà si difenderà nei processi, non dai processi».Ma, per il leader dell’Udc, non è questo il punto: «Berlusconi ha fallito perché non ha governato, perché non ha più voglia di farlo, perché probabilmente pensa ad altro: i problemi sono tutti lì, la spazzatura a Napoli, la crisi economica, la disoccupazione, la ricostruzione dell’Aquila». E le «anomalie» di un premier padrone dell’etere «si sono moltiplicate: basti pensare ai videomessaggi o a una legge elettorale, grazie alla quale i parlamentari vengono scelti per mettere a carico dello Stato persone che servono per fini personali». In modo che oggi «Bossi appare essere il leader moderato del centrodestra». La soluzione sarebbe che «Berlusconi facesse un passo indietro per il bene del Paese. Consentendo alla maggioranza di allargarsi». Il tema della grande alleanza è comunque ineludibile: «Per rimettere in sesto il Paese, servono scelte impopolari e una coalizione alla tedesca: perché se si pensa alle elezioni, nessuno farà le riforme necessarie » con il rischio concreto di far precipitare «un Paese già in declino nel baratro». E, conclude, «le elezioni non sono la nostra medicina, ma non abbiamo paura. E comunque meglio il voto di un governo che tira a campare». D’accordo i luogotenenti di Fini. Adolfo Urso esemplifica: «Non era mai successo che alla guida dei ministeri chiave ci fossero paggi della corte depravata dell’imperatore».