Un’azienda di Sesto Fiorentino s’è inventata una macchinetta che rosicchia il biglietto e lo restituisce pulito e lindo privo di scorie. Il giocatore, in altre parole, deve fare un solo, unico, fondamentale sforzo: cacciare i soldi. Il rivenditore (o la macchinetta distributrice) gli fornisce il biglietto, lui lo fa grattare al Castorino e il gioco è fatto.
Un «gioco nel gioco», suggerisce esultante il sito dell’azienda toscana, che propone la macchinetta, del peso di poco più di tre chili, completa anche di espositore alto 130 centimetri. Lo scheda tecnica («Io gratto, tu vinci») è un capolavoro. Castorino ha «un elegante color oro satinato brillante» (oro, ovvero ricchezza) e va posizionato nel «corner» della ricevitoria e l’inglese è necessario, perché nessun giocatore vorrebbe esser mandato «all’angolo ».
La scheda va inserita nel «pratico alloggiamento » e qui avremmo da ridire per la ridondanza: quando mai un alloggiamento non è pratico? La scheda viene restituita «perfettamente ripulita» e la polverina rimane nel pratico cassetto: «Il gestore della ricevitoria non deve più cercare il codice per la convalida dei premi, non ha più polvere nel negozio e una maggiore igiene anche per i bar che trattano alimenti», non più maltrattati quindi.
Buone notizie per i giocatori, specialmente se patologici, alle prese con pacchi di schede. E cattive per alcuni nuovi profili professionali. Castorino toglie dal corner e mette all’angolo i grattatori professionisti, muniti di unghia ad artiglio o dentoni da castoro. I quali potrebbero però riciclarsi in pigiatori di pulsante di slot machine, in soccorso a casalinghe e sottoccupati con il ditone anchilosato dalle troppe giocate. Per la macchinetta pigiatrice c’è tempo.