Il vecchio anno si è chiuso con un nuovo imponente sbarco di migranti in fuga da guerra e persecuzioni. Quasi ottocento siriani e qualche iracheno sono giunti nella prima mattina di San Silvestro nel porto di Gallipoli a bordo del cargo "Blue Sky M" battente bandiera moldava, che aveva inviato un sos vicino alle coste dell'isola greca per poi dirigere verso la costa pugliese. Tra loro una quarantina di bambini piccoli e una ventina di donne incinte.
Dopo avere passato alcune ore nelle scuole cittadine, accuditi da Caritas,
Protezione civile, personale del Comune e delle associazioni di volontariato, i profughi sono stati in gran parte trasferiti nei centri di accoglienza salentini, delle province di Bari, Foggia, Taranto, Bat, e in Lombardia, Veneto, Piemonte e Toscana, regioni individuate dal piano di riparto del Ministero dell'Interno.
La nave, che è stata posta sotto sequestro, è arrivata in porto alle 3.30 del 31 dicembre e le operazioni di sbarco iniziate alle 4 sono terminate intorno alle
6.50 con molte difficoltà a causa delle pessime condizioni meteo. Dei migranti 130 sono stati ricoverati in vari ospedali della provincia e soprattutto Gallipoli e Casarano. Nessuno di loro è in gravi condizioni, manifesterebbero solo sintomi da ipotermia.
Quattro componenti dell'equipaggio del Blue Sky M sono stati arrestati e portati nel carcere di Lecce, accusati di favoreggiamento e sfruttamento dell'immigrazione clandestina. I quattro avevano tentato di confondersi fra i migranti, ma sono stati individuati dagli investigatori grazie anche alle testimonianze degli uomini della Capitaneria di porto di Gallipoli calati a bordo della nave dagli elicotteri e che poi hanno condotto il mercantile fino al porto salentino, evitando che si schiantasse contro gli scogli fra Santa Maria di Leuca e Otranto. Uno degli arrestati, tutti di nazionalità siriana, secondo gli inquirenti sarebbe il comandante della nave.La nave sarebbe partita dal porto turco di Mersin. I migranti, per potersi imbarcare, avrebbero pagato cifre tra i 5mila ed i 7mila dollari all'organizzazione che si è occupata di predisporre il viaggio. Se ciò dovesse essere accertato e provato, i responsabili dovrebbero rispondere oltre che di favoreggiamento, anche di sfruttamento dell'immigrazione clandestina. Tra i migranti c'è anche un gruppo di iracheni, ma la maggior parte di loro proviene dalle zone di Damasco ed Homs, in Siria, devastate dalla guerra.