sabato 21 gennaio 2017
Dopo la serie di scosse sismiche del 18 gennaio è crollato il tetto della Chiesa che era "cuore" di un’abbazia risalente all'anno 1000. La Messa domenica si celebra all'auditorium San Domenico.
Caramanico Terme, crollato il tetto della Cattedrale di Santa Maria Maggiore
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La prima cosa che ti dice il sindaco di Caramanico Terme è che «la Messa di domenica si farà: abbiamo trovato un locale riscaldato, l’auditorium San Domenico». In questo momento, la priorità di Simone Angelucci, ovviamente, è quella di togliere dall'isolamento i 450 abitanti delle frazioni, ancora senza luce, mentre le comunicazioni telefoniche sono difficili in tutta quest’area nord-occidentale della Maiella.

Ma il crollo del tetto della cattedrale di Santa Maria Maggiore resta un bruttissimo colpo per tutti e si è cercato di esorcizzarlo subito, trovando un locale per la celebrazione eucaristica domenicale. Il primo cittadino è salito per primo sul campanile, in piena notte, per verificare lo stato dell’edificio e non ci sono dubbi. La sentenza, pronunciata tra le lacrime: «non l’ha retta»; sottinteso la neve, anche se le quattro scosse di terremoto del 18 gennaio hanno sicuramente indebolito la struttura della chiesa barocca. «Il crollo è avvenuto proprio dopo il terremoto – ci dichiara don Giuseppe Liberatoscioli, delegato della diocesi di Chieti-Vasto per i beni culturali – ma non possiamo dire con certezza che il movimento tellurico abbia indebolito le capriate. Quando sarà finita l’emergenza neve si vedrà».

Invece, è accertata l’implosione del tetto, per i tre quarti della lunghezza di questa antica pieve trasformata in cattedrale e ricca di tesori. Stiamo parlando di un gioiello dell’edilizia religiosa abruzzese, del "cuore" di un’abbazia risalente all’anno Mille, che conserva tuttora preziosi capitelli e sculture gotiche, affreschi e un prezioso portale del Quattrocento, arricchito da bassorilievi che raffigurano le Virtù.

All'interno – cioè nella zona che è parzialmente crollata – si trova un altare di grande pregio, oltre ad altre opere d’arte sulle cui condizioni non si può avere, al momento, alcuna certezza. «Fortunatamente, nessuno si è ferito – commenta don Liberatoscioli, che è stato parroco a Caramanico per trent’anni – ed è probabilmente l’unico danno patito dal patrimonio ecclesiale in quest’occasione; diversi tetti delle nostre chiese sono stati realizzati in materiale zincato e hanno retto le abbondanti nevicate».


Fin da venerdì mattina, comunque, i Vigili del fuoco hanno certificato la situazione di pericolo dell’immobile religioso, disponendo il trasferimento in un hotel della zona del parroco, don Angelo Pollone, e di una famiglia che abitava a ridosso del monumento. Caramanico Terme, in provincia di Pescara, come pure Sant’Eufemia a Maiella, sono tuttora parzialmente isolate e un bilancio dei danni del terremoto del 18 gennaio non è verosimilmente possibile, ma nella notte di giovedì si è verificato un crollo analogo a Penne, dove non ha retto il tetto di palazzo Sterlich, che ospita una scuola.

Oggi il centro storico del centro termale è transitabile, ma non appena si abbandona la viabilità provinciale si incontra un muro di neve e ghiaccio: una situazione abbastanza «normale» per queste zone, ma non per il volume della neve caduta, che ha superato, a livello regionale, i 20 milioni di tonnellate. In ogni caso, la situazione dei Comuni del Parco Nazionale della Maiella non è diversa da quella del vicino Gran Sasso e diventa drammatica man mano che ci si inoltra nell’entroterra appenninico. Completamente diversa la situazione sul versante orientale. «La Maiella ci ha protetto dalle onde telluriche – spiega Francesco Bottone, caporedattore di ecoaltomolise.net – e anche l’emergenza neve è parzialmente rientrata, anche se il pericolo valanghe non è tramontato e infatti tre famiglie sono state evacuate a Castiglione Messer Marino. Inoltre, quando la neve si scioglierà, non si dovrà sottovalutare il pericolo frane, perché questa è una zona di grave dissesto idrogeologico».

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