L'Italia nel mirino della Commissione
europea per i campi rom: il nostro Paese rischia una procedura
di infrazione per le politiche abitative "segregative" che si
continuano ad attuare nei confronti delle comunità rom.
L'Associazione 21 luglio ha reso nota una lettera,
inviata dalla Direzione Generale Giustizia della Commissione
europea al Governo italiano, nella quale si punta il dito contro
la condizione abitativa dei rom nel nostro Paese e si chiede
all'Italia informazioni aggiuntive, in particolare sul campo
nomadi in località La Barbuta a Roma. La direttiva in
questione riguarda l'uguaglianza razziale.
Riguardo al campo di La Barbuta, nella lettera si legge che
"i servizi della Commissione condividono le preoccupazioni
espresse dal Commissario per i diritti dell'uomo del Consiglio
d'Europa circa questo tipo di alloggio fornito ai rom in un
sito molto remoto e non accessibile e dotato di recinti e
impianti di sorveglianza". Alloggi di questo tipo "risultano
limitare gravemente i diritti fondamentali degli interessati,
isolandoli completamente dal mondo circostante e privandoli di
adeguate possibilità di occupazione e istruzione".
L'Associazione 21 luglio sottolinea come il Comune di Roma
"sembra voler continuare con una politica che rafforza il sistema campi, programmandone la progettazione e la
costruzione di nuovi: proprio nel sito La Barbuta potrebbe
infatti vedersi realizzata la costruzione di un nuovo campo rom
che sostituirebbe quello esistente oggi, che verrebbe così
abbattuto".
Per la prima volta nel nostro Paese, dice ancora
l'associazione, "sarebbe una multinazionale, a farsi carico della realizzazione di un campo rom grazie alla costituzione di un'associazione temporanea di
impresa alla quale parteciperebbe anche la Comunità di Capodarco
di Roma. In cambio dell'investimento, pari a 11,5 milioni di
euro, la multinazionale
francese riceverebbe dal Comune la concessione gratuita per 99
anni del terreno su cui oggi sorge il campo La Barbuta, per
installarci così le proprie attività commerciali".
Per scoraggiare la multinazionale, l'associazione ha lanciato
una campagna di mobilitazione e di pressione, con un appello che
invita cittadini e utenti del web a inviare una e-mail, dal sito
della campagna.