Quest’anno a ritardare ulteriormente la loro erogazione, denuncia l’onorevole Simonetta Rubinato, deputata del Partito Democratico e componente della Commissione Bilancio di Montecitorio, «è stata l’azione di un solerte dirigente del ministero del Tesoro che ha inviato alla Corte dei Conti il decreto relativo all’erogazione dei fondi», con un passaggio burocratico «totalmente non richiesto e mai effettuato negli anni passati». Risultato? Dopo l’iniziale sorpresa, la Corte dei Conti ha comunque proceduto a fare i propri rilievi chiedendo spiegazioni al ministero dell’Istruzione, che a sua volta ha risposto. Ora si è in attesa del via libera della Corte, nella speranza che giunga in tempi brevi.
Di certo il passaggio - mai effettuato per le somme da recuperare dai tagli eseguiti al capitolo di bilancio delle paritarie negli ultimi cinque anni - appare l’ennesimo inghippo burocratico destinato a prolungare l’ansia degli istituti paritari. Lo scorso anno ad allungare i tempi furono «problemi circa i codici di erogazione» negli uffici della Ragioneria. Insomma anche quest’anno la «nuvoletta fantozziana» ha colpito. «Di certo – aggiunge amaramente la parlamentare democratica Rubinato – assistiamo a un incomprensibile ritardo nell’erogazione, dopo che il Parlamento si è impegnato per il recupero delle somme e del loro stanziamento». Imu e paritarie.
Anche sul capitolo relativo al pagamento dell’imposta sugli immobili le scuole paritarie sono in attesa delle istruzioni allegate al modello Imu che in questi giorni i Comuni stanno spedendo. «Si introduce finalmente il parametro del costo medio per studente – commenta l’onorevole Rubinato –, fornendo una risposta a quanto da tempo chiesto al ministero dell’Economia circa la definizione dell’importo simbolico delle rette per stabilire se una scuola paritaria può essere considerata 'non commerciale' e dunque esentata dal pagamento della tassa». Una indicazione, che, spiega la parlamentare, non richiederà alcune modifica al regolamento approvato nel 2012, ma ai Comuni basterà fare riferimento alle istruzioni allegate al modello dove viene indicato il costo medio per studente. E guardando la tabella pubblicata dal ministero dell’Istruzione, si scopre che quest’ultimo per le materne è di 5.507 euro l’anno e per gli altri ordini di scuola è di 6.595 euro l’anno.
«Considerato che il costo annuo per alunno nelle scuole paritarie dell’infanzia è ben inferiore a questi importi perché non supera i tremila euro – osserva l’onorevole Rubinato – emerge chiaramente come la gran parte delle scuole vada esentata dal versamento dell’Imu». Almeno una buona notizia per le scuole paritarie. Ma l’indicazione del costo medio per studente, aggiunge la parlamentare del Pd, è «la dimostrazione che queste scuole garantiscono un servizio pubblico senza ricevere dallo Stato adeguati finanziamenti. Anzi lo Stato ne ha ricavato sin qui un risparmio annuale di oltre 6 miliardi secondo dati Ocse». Osservazione rilanciata anche dall’onorevole Gabriele Toccafondi, deputato del Nuovo Centrodestra e sottosegretario all’Istruzione nel governo Letta. «Se per ogni alunno delle scuole statali vengono spesi 6.800 euro all’anno – ha osservato il parlamentare in un convegno a Firenze –, per quelli delle paritarie solo 500 euro. Considerando che questi ultimi sono un milione, e facendo i dovuti calcoli, il sistema educativo non statale fa risparmiare alle casse pubbliche ben 6 miliardi e 300 milioni di euro all’anno».