È uno tsunami di critiche e polemiche quello che si è alzato ieri contro la trasmissione di Rai 3 Alla lavagna! andata in onda sabato scorso alle 22.35 anziché al consueto orario di access prime timedelle 20.20. Uno slittamento che la Rai aveva ricondotto a oscure ragioni di palinsesto. Un motivo che è chiaro però ora. A rispondere alle domande degli alunni (9-12 anni) della fantomatica classe formato tv (un adattamento del talk show francese Au tableau!) c’era infatti il personaggio Vladimir Luxuria.
Inevitabile che dal tema iniziale del bullismo si passasse anche ad altro. Il programma di Rai 3 aveva già subito forti critiche per il fatto di 'utilizzare' minori per affrontare problematiche da adulti, compresi i temi sessuali e di gender affrontati da Luxuria. Ieri il fuoco di fila di critiche da parte di associazioni e di politici. Dando vita anche all’ennesimo scontro tra i partiti di governo Lega e Cinque Stelle. Durissimo contro il programma il partito di Matteo Salvini (tra l’altro primo ospite lo scorso 12 novembre sul tema del sovranismo) che, con il senatore Simone Pillon (vice presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza), annuncia una interrogazione in Vigilanza Rai. «Inaccettabili le lezioni di gender a una classe di bambini – sbotta –. Si è trattato di una vergognosa forma di indottrinamento, senza alcun contraddittorio».
Oscurantismo e medioevo vengono invece scomodati e agitati dai pentastellati, mentre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle pari opportunità Vincenzo Spadafora arriva a ritenere «a dir poco surreale continuare ad avere atteggiamenti omofobi e culturalmente regrediti, che non tengono conto della realtà e del rispetto dei diritti di tutti». Pare insomma sfuggire il nocciolo della questione ovvero la strumentalizzazione di minori. «Non disapproviamo il personaggio Luxuria né tantomeno critichiamo le sue scelte di vita – interviene il presidente del Copercom, il Coordinamento delle associazioni per la comunicazione, Massimiliano Padula –. Il nostro disappunto è rivolto alla Rai che, con questo programma, 'usa' in modo inopportuno dei bambini, costringendoli a farsi portavoce involontari di temi complessi».
Di «scelta editoriale inaccettabile che annienta regole e diritti» parla poi l’Aiart che, con il presidente Giovanni Baggio, invita la Rai a mettere «la parola fine a queste condotte ». E se il portavoce del Family Day Massimo Gandolfini giudica «oltraggiosa la rieducazione gender nella tv pubblica» rea di avere fatto «un pessimo servizio ai bambini e alle famiglie», per il 'laico' Codacons «la Rai ha sbagliato, sia con Luxuria che con Salvini, portando temi come la sessualità e il sovranismo a scuola». Un 'colpo' a effetto, quello della rete Rai diretta da Alberto Di Pasquale, amplificato già prima della messa in onda dallo stesso ex parlamentare transgender Luxuria che su Facebook sollevava la questione dell’orario di messa in onda della puntata pre-registrata.