Un frame del video - ANSA
La risposta, su quello che è accaduto l'altra notte a Brandizzo, sta tutta qui. In 6 minuti e 48 secondi di video. «Ragazzi, se vi dico treno andate da quella parte, eh?». La conferma agghiacciante che, sì, ci sono pesanti responsabilità in quello che è accaduto ai cinque operai su quei binari. E che i racconti fatti da alcuni testimoni negli ultimi giorni su quello che avviene, probabilmente in maniera sistematica, nei lavori di manutenzione ferroviaria non erano fantasie.
Il filmato, realizzato con un telefonino, è stato diffuso in esclusiva, nell'edizione delle 13.30, dal Tg1. È stato recuperato da un profilo social di Kevin Laganà, la più giovane delle cinque vittime, e ieri mattina è stato consegnato alla procura di Ivrea dall'avvocato della famiglia, Enrico Calabrese. La voce che esorta ad andare «da quella parte» non è di uno degli operai al lavoro. La squadra era accompagnata da un capo cantiere dell'azienda Sigifer, Andrea Girardin Gibin, e dal tecnico di Rfi Antonio Massa, ora entrambi indagati. Da quel che si ricava dalla visione del filmato erano stati informati che su quella linea era previsto il passaggio di convogli. Si sente qualcuno affermare: «Noi possiamo vedere il segnale, voi prendete le misure, io guardo il segnale e appena dico via...» , poi un fischio e quindi «uscite da quella parte perché i treni passano qua, dovrebbero passare gli ultimi treni». La voce, ma questo andrà confermato, potrebbe proprio essere quella di uno dei due indagati.
Kevin chiede: «Questo è già interrotto?» (riferendosi evidentemente al binario), e la voce gli risponde «questo è interrotto». «Quindi possiamo metterci sopra lo spezzone e bonificarcelo?» domanda ancora il giovane. La replica è «no, passa l'autoscala, una volta che passa l'autoscala va bene». A quel punto, l'esortazione: «Ragazzi se vi dico treno andate da quella parte, eh». Kevin accoglie queste parole sorridendo e, quando un'altra persona dice «Se arriva il treno da che parte passate?» risponde «di qua», indicando la staccionata dietro di lui.
Gli operai lavorano in un clima sereno, scambiandosi battute di spirito. Kevin chiude il video con queste parole: «Ciao ragazzi ci vediamo alla prossima, metterò un Tiktok fra un paio di giorni». Le cose sono andate a finire in modo molto diverso.
Gli avvocati delle famiglie Laganà e Lombardo, due delle vittime, Enrico Calabrese e Marco Bona, hanno fatto sapere di ritenere «il video assai utile alla ricostruzione della vicenda, posto che dalle immagini sembrerebbe emergere un modus operandi non occasionale, con direttive impartite ai lavoratori assai pericolose per la sicurezza degli stessi. Il che - continuano gli avvocati - fa sorgere dei dubbi anche sull'adeguatezza tecnica dei sistemi di comunicazione e di sicurezza». Sulla diffusione del video girato da Laganà poco prima dell'incidente, i due legali hanno spiegato che «lo stesso era stato depositato presso la Procura della Repubblica di Ivrea perché ritenuto un contributo importante per l'accertamento di eventuali responsabilità», ritenendosi «molto dispiaciuti che le immagini siano state divulgate a loro totale insaputa nonché all'insaputa della famiglia Laganà».