Chiara Braga
«Penso che questo congresso abbia fatto molto bene al Pd. Qualcuno lo rappresentava come una resa dei conti o la fine di un progetto, e invece ha dato linfa vitale, al di là dei 10mila nuovi iscritti, creando una unità che non è di facciata, ma una condivisione di una nuova fase, in coerenza con quello spirito che Elly Schlein ha interpretato e che può ora rilanciare il Pd nel ruolo di opposizione e di futura forza di governo». Chiara Braga, tra i deputati più vicini alla nuova segretaria, è certa che Schlein sia riuscita dove hanno fallito gli ultimi suoi predecessori: far ripartire la macchina liberandosi dalle correnti.
C’è stato un gran dibattito sul ruolo di Bonaccini, meno operativo da presidente che da vicesegretario. Davvero è un’unità non di facciata?
Io penso che sia stato un congresso vero in cui si sono confrontate linee politiche diverse e il risultato delle primarie consegna alla vincitrice il compito di rappresentare i tanti valori e le tante energie che ci sono nel Pd. Penso che sia molto produttivo il coinvolgimento di Bonaccini e vedo tutte le condizioni per lavorare insieme e corrispondere a quella richiesta di unità venuta molto forte dalle primarie.
La mozione Bonaccini avrà spazio?
Il Pd è una grande comunità e sulle grandi questioni c’è una larga condivisione. Se su alcune di queste ci sarà necessità di confrontarsi ulteriormente lo faremo, valorizzando il più possibile la pluralità interna, con l’impegno a condividere anche i passaggi più difficili.
Castagnetti ha detto di sentirsi a casa, ma l’area cattolico- democratica sarà rispettata?
Non credo sia solo una questione di rispetto, ma di piena valorizzazione delle culture che hanno creato e rafforzano il Pd, tra cui quella del cattolicesimo democratico. E tra l’altro ci sono dei punti della proposta di Schlein che sono pienamente coerenti con i valori di questa cultura, come la lotta alla povertà e alle disuguaglianze, la questione della giustizia ambientale e sociale insieme, secondo le indicazioni di papa Francesco: uno dei suoi atti più forti credo sia stata proprio l’enciclica Laudato si’ che ha fatto salire nell’agenda della po-litica, oltre che del dibattito pubblico, la questione climatica più di qualunque altro leader.
Non su tutti i temi è possibile trovare una sintesi. Schlein ha messo in campo diverse questioni.
La nostra volontà è di evitare una contrapposizione tra diritti civili e sociali e penso che le battaglie giuste del Pd corrispondono a una spinta che c’è già nella società e attiene alla piena realizzazione della dignità delle persone. Le disuguaglianze colpiscono di più chi appartiene a una minoranza, e noi lavoreremo su questo nel rispetto delle sensibilità di tutti.
"Cacicchi" e capibastone in assemblea sono rimasti spiazzati?
Quello di Elly Schlein è un messaggio chiaro: vogliamo un partito libero da queste forme che impediscono la partecipazione e allontanano le persone. Non vuole dire cancellare la storia del Pd, ma cambiare radicalmente metodi che hanno allontanato soprattutto i giovani, consentendo una partecipazione veramente libera, non condizionata da gruppi di potere locali.
Il rientro di personalità come Livia Turco o Silvia Costa è un modo per non recidere le radici?
Il Pd non ha bisogno di cesure. Schlein parla spesso di “ricongiungimento familiare”. Io penso anche che ci sia bisogno di un ricongiungimento generazionale. Vogliamo creare le condizioni perché i giovani abbiano spazio senza rendere conto di nessuna appartenenza, ma è bello vedere persone che si erano allontanate oggi, grazie a una giovane donna, riavvicinarsi al Pd.
Dunque la segreteria e i capigruppo saranno scelti con spirito unitario?
Sono sicura di sì, per ricostruire un gruppo dirigente rinnovato ma che valorizzi il contributo di tutti.
Non ci sarà un po’ di resistenza della vecchia guardia a essere rottamata?
Non si tratta di rottamare idee o persone. Tutti hanno capito la necessità di un rinnovamento generazionale, per rendere più forte il Pd.
Schlein ha riallacciato il dialogo con Conte. Lo farà anche con il Terzo polo?
Ci sono molte questioni su cui c’è condivisione con le altre opposizioni, e di fronte alle scelte di questa maggioranza c’è bisogno di costruire proposte convincenti e alternative ragionando insieme.
E lo spirito maggioritario del Pd?
Parlerei di senso di responsabilità del Pd. Su tante questioni possiamo far valere la nostra capacità di lavorare anche a livello internazionale. Vogliamo essere umili, ma anche orgogliosi di quanto rappresentiamo.
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