martedì 27 novembre 2012
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«Non può finire così. È al di là della realtà». Raffaele Bonanni, leader della Cisl, non nasconde la preoccupazione e chiama in causa il governo: «Ora serve un atto coraggioso».Segretario, cosa dovrebbe fare il governo?Anzitutto convocarci (e in serata è arrivata la chiamata del premier Monti per dopodomani, ndr). Non ci si può arrendere a questa escalation negativa, con forzature da una parte e dall’altra. Finora il ministro dell’Ambiente Corrado Clini si è mosso in maniera saggia, cercando di favorire il risanamento dell’Ilva senza che fosse necessario interrompere del tutto la produzione. Ora serve un atto di coraggio forte, legislativo, perché si possa continuare su questa strada. Che è l’unica possibile.La magistratura, però, non sembra affatto d’accordo. Il sequestro dei prodotti testimonia di fatto che non può esservi alcuna produzione a Taranto, fin tanto che gli impianti e le loro emissioni non saranno bonificati. Il Gip dice infatti che «il diritto alla vita e il diritto alla salute non sono comprimibili dall’attività economica».Il principio in assoluto è certamente condivisibile. Mi pare inverosimile, però, che ci si trovi di fronte a una scelta così drastica. Davvero non c’è modo di tutelare la salute operando un graduale risanamento? Davvero si pensa che con le forzature, gli strattonamenti si tuteli meglio la salute e il futuro dei cittadini di Taranto?Ora cosa temete?Il rischio immediato riguarda il lavoro di 5mila persone a Taranto. Ma poi sono in gioco i dipendenti degli altri stabilimenti dell’Ilva sparsi nel Paese e che in diversa maniera "dipendono" dalla produzione a Taranto. E in definitiva è l’intero settore dell’acciaio italiano a essere messo in pericolo. Il risultato finale del blocco totale a Taranto sarebbe la nostra dipendenza dall’estero, un aggravio di costi enormi per la nostra industria e una perdita incalcolabile di competitività e posti di lavoro. Come si possa conciliare questo scenario con la situazione di crisi già drammatica che stiamo vivendo, per me è incomprensibile.
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