È la prima donna ai vertici della Cisl, Anna Maria Furlan. Da oggi è al timone del sindacato e si ritroverà a condividere con un'altra donna, Susanna Camusso della Cgil, il difficile percorso che sembra attendere le organizzazioni sociali. Ed è proprio alle donne che si è rivolta nell'esordio del suo discorso di insediamento consapevole di quanto la sua elezione rivesta, nei confini Cisl, "un valore politico e simbolico". Minuta, caschetto di capelli biondi e occhialetti rossi e neri ad incorniciarle il volto, Furlan però dedica un pensiero alla sua famiglia, al marito e al figlio, prima di tuffarsi nell'analisi dei dati che hanno piegato l'economia italiana. Voce bassa, nessuna retorica comiziale, nasconde l'emozione dietro i numeri drammatici della crisi. Numerosi gli applausi tributati dalla platea quasi al completo del Consiglio generale che l'ha eletta con una maggioranza bulgara, 194 si su 200 votanti, ben oltre la soglia 'psicologicà dell'85% che 'incoronò Bonanni. Ma ad infiammare la platea sopratutto i passaggi sui precari, ("sono poco attenzionati dai sindacati", ha detto) e quello sulla politica ("la Cisl accetti la sfida dellapolitica").
Ed è proprio al leader uscente, Bonanni, che l'ha voluta ed indicata prima come delfino poi proposta alla guida del sindacato, che Furlandedica la chiusura del suo intervento. "Da lui ho imparato, non dico il coraggio di cui madre natura mi ha dotato, quanto la pazienza e l'umiltà che nella responsabilità sono un dovere", dice. La aspetta ora lo studio e il terrazzo di limoni e arance al terzo piano e un nuovo round con il premier Renzi il 27 ottobre prossimo. Bonanni invece andrà a presiedere il Centro Studi Cisl di Firenze.