Affidamento sì, ma a denti stretti. Ricordando che «si tratta comunque di una forma di espiazione della pena». Antonio Lamanna, procuratore generale, lo ha detto giovedì in udienza a Niccolò Ghedini e Franco Coppi perché ricordassero al loro esuberante cliente che il provvedimento del Tribunale di sorveglianza è sempre revocabile.Lamanna, per essere più chiaro, ha letto dal
Corsera (7 marzo, pagina 9) 8 righe evidenziate in giallo «... Sono qui, a Palazzo Grazioli, a dipendere da una mafia di giudici che il 10 aprile mi diranno se devo andare in galera, se mi mettono agli arresti domiciliari, se mi mandano a fare non so che servizio sociale». Fra i paletti da rispettare, la diffamazione per «singoli magistrati», ma anche le calunnia verso ignoti, ma soprattutto il dettato dell’articolo 47 del codice penitenziario che impone al «soggetto un comportamento compatibile con la prosecuzione della prova». È stato Franco Coppi, l’unico difensore ad aver preso la parola, a tamponare la falla. Ha sostenuto che Berlusconi non ce l’ha con i giudici, che le sue sono critiche politiche, che accetta l’espiazione e la sentenza della Cassazione senza essere per questo d’accordo sulla condanna (4 anni di detenzione, tre già "indultati" e uno residuo che ora potrebbe essere scontato con l’affidamento ai servizi sociali). Il procuratore ha osservato come Berlusconi abbia accettato le statuizioni civili della sentenza, abbia pagato dieci milioni al fisco e abbia un lavoro. Ma tutto potrebbe cambiare con una nuova condanna (almeno due anni) che cancellerebbe anche l’indulto. L’appello del processo Ruby - dopo i sette anni in primo grado - è già fissato al 20 giugno. E si fa presto ad arrivare in Cassazione.Il destino immediato invece è la residenza pubblica o convenzionata per anziani disabili. L’unico segreto è quanto sia distante da Arcore. Come debba impegnare l’unica mezza giornata di "recupero" prevista alla settimana, Berlusconi lo concorderà con gli assistenti dell’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) che hanno scelto la struttura. Il parere negativo del procuratore induce ad escludere la soluzione "villa di Macherio": «Troppo vicina a familiari di Berlusconi», ai figli che avrebbero dovuto ristrutturare una cascina nel parco, mettere in piedi una Fondazione e una Onlus per assistere disabili che rifiutano l’ospedalizzazione. La decisione, qualunque sia, é già stata presa, all’unanimità, giovedì sera immediatamente dopo l’udienza. Beatrice Crosti, giudice relatore, scriverà nel fine settimana la motivazione, che (forse martedì) il presidente Pasquale Nobile de Santis renderà pubblica con un comunicato.