Il ministero dello Sviluppo economico autorizza con decreto le ricerche petrolifere al largo delle
Isole Tremiti per poco meno di duemila euro all'anno e la
spaccatura tra governo da una parte e Regioni ed enti locali
dall'altra si fa sempre più ampia. La reazione del presidente
della Regione Puglia, Michele Emiliano, è durissima. "Le Regioni
proponenti i referendum non devono fare passi indietro. Dovranno
elevare subito conflitto di attribuzione nei confronti dello
Stato davanti alla Corte Costituzionale", perché nella sostanza
il popolo è stato "scippato" della possibilità di "decidere se e
dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera".
Per Emiliano bisogna subito iniziare la campagna referendaria
perché "trivellare il nostro mare è una vergogna e una follia".
Poi ancora un attacco al governo, colpevole di aver agito di nascoto proprio il giorno prima di annunciare (con un emendamento alal legge di stabilità) l'introduzione di reato ambientale anche per le trivellazioni, vietando quelle entro 12 miglia dalla costa. "E' incredibile che il
governo non abbia pubblicamente spiegato la decisione di
rilasciare le autorizzazioni al largo delle Tremiti" dice Emiliano. Commento
ironico e amaro quello del sindaco delle isole pugliesi, tra le
mete turistiche più ambite. "Di fronte a questa somma (poco meno
di duemila euro all'anno, ndr), cosa vuole che dica? Se serve a
risanare il bilancio dello Stato, ben venga" dice al telefono il
primo cittadino, Antonio Fentini, che ha ricevuto tre giorni fa
la comunicazione dal Mise.
Il decreto di autorizzazione ha fatto alzare i toni politici,
con Angelo Bonelli, della Federazione dei Verdi, che lo ha
tirato fuori dall'incognito. Il provvedimento, riferisce
Bonelli, reca il numero 176 ed è del 22 dicembre 2015, cioè dopo
la presentazione dei quesiti referendari sulle trivellazioni da
parte di una decina di Regioni, tra cui la Puglia, e prima della
decisione della Cassazione che ha di fatto bocciato cinque dei
sei quesiti referendari. L'autorizzazione del Mise è rilasciata
alla società Petroceltic Italia, riguarda "una superficie di
373,70 chilometri quadrati e un'area dalla ricca biodiversità
marina - riferisce Bonelli - e verranno utilizzate le tecniche
più devastanti, come l'air gun, per le ricerche di idrocarburi".
La Petroceltic Italia pagherà allo Stato italiano "la cifra di
euro 5,16 per chilometro quadrato, per un totale di 1.928,292
euro l'anno". Secondo l'esponente dei Verdi altri permessi
sarebbero in corso di autorizzazione al largo di Pantelleria e
nel golfo di Taranto. Ma basta già quello rilasciato per le
acque delle Tremiti a rendere il confronto politico
incandescente.