martedì 13 agosto 2024
Nuovo richiamo dell'Antitrust che chiede di avviare rapidamente le procedure di gara. Per il garante è scarsa, in alcuni casi inesistente, la risorsa "spiagge libere" per potenziali acquirenti
Nuovo richiamo dell'Antritrust sulle concessioni balneari

Nuovo richiamo dell'Antritrust sulle concessioni balneari - Fotogramma

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Basta proroga automatica delle concessioni balneari. Lo chiede l’Antitrust, l’autorità garante della concorrenza con un richiamo indirizzato a tutta l'Anci (l’associazione nazionale dei comuni) e alla Conferenza Stato-Regioni con l'obiettivo di mettere la parola fine alle violazioni della concorrenza e agli effetti "distorsivi" dei rinnovi automatici. Quello che gli enti concedenti devono fare, afferma il Garante, è avviare rapidamente le procedure di gara, in modo da assegnare i nuovi bandi entro la fine dell’anno. Come noto, l’esecutivo italiano da tempo è alla ricerca di una soluzione di compromesso tra la normativa europea - per la quale l'Italia è già in procedura di infrazione - e le esigenze delle associazioni dei balneari. Innanzitutto, prima ancora dei risultati dell'attesa mappatura a cui punta il governo, l'Antitrust afferma, alla luce anche delle conclusioni del Consiglio di Stato, che la risorsa demaniale, in pratica le spiagge libere, è scarsa, in alcuni casi anzi addirittura inesistente per i nuovi potenziali entranti nel mercato. In secondo luogo, la legge europea vince su quella nazionale, quindi la direttiva Bolkestein deve far disapplicare le norme del decreto Milleproroghe che hanno disposto la proroga delle concessioni a fine 2024 e in casi eccezionali al 2025. Terzo, anche nel caso in cui si volesse applicare la legge italiana, le motivazioni dei casi eccezionali a cui sono ricorse molte località turistiche per rinnovare i contratti esistenti non rispettano la normativa. La segnalazione spiega cioè che in molte occasioni gli argomenti degli enti a sostegno della proroga sono apparsi "infondati".
La legge infatti «circoscrive la possibilità di differire ulteriormente la durata delle concessioni a ipotesi del tutto eccezionali connesse a specifiche circostanze che impediscono la conclusione della procedura selettiva. Affinché la norma possa trovare applicazione, dunque, - sottolinea l'Antitrust - è necessario che la procedura selettiva sia stata avviata e che sussistano ragioni oggettive che ne impediscono la conclusione». Ma «in nessuno» dei casi esaminati dall'Autorità le amministrazioni concedenti avevano avviato una procedura selettiva per l'assegnazione delle concessioni. Tanto basta per il richiamo agli enti locali. Il problema, spiega Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari, «è che l'Autorità fa riferimento a una proroga automatica generalizzata, che è chiaramente improponibile. Siamo sempre stati d'accordo con l'idea di una proroga differenziata - puntualizza - e dalle indiscrezioni mi sembra che il governo stia andando proprio verso questo tipo di proroghe». Per il presidente di Federbalneari, Marco Maurelli, l'Agcm adotta invece «due pesi e due misure che non rappresentano mai una soluzione equa. Non pretendiamo che si fermino i processi, ma che si rispetti il legislatore ed il dialogo con la Commissione Ue per ottenere una riforma che manca da 15 anni». Tra le ipotesi emerse egli ultimi giorni, c’è quella secondo cui nelle Regioni dove le spiagge libere risultino inferiori al 25% le concessioni siano prorogate fino al 31 dicembre 2027, in quelle in cui la quota sia invece superiore al 25% si arrivi fino al 31 dicembre 2029.


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