sabato 28 giugno 2014
La mamma del tifoso agli ultrà: questa tragedia porti pace. In 20mila ai funerali celebrati con rito evangelico.
Un dovere comune nel nome di Ciro di Crescenzio Sepe
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Il giorno del saluto a Ciro Esposito Scampìa ha accolto le migliaia di persone, almeno 20mila che ieri pomeriggio non hanno voluto mancare al rito funebre. Tra loro molti ultrà da ogni curva d’Italia, con un lungo striscione su cui campeggiava la scritta "Scampia per Ciro non vuole violenza", monito per il futuro. Nella grande piazza del quartiere dedicata a Giovanni Paolo II, più nota come piazza Grandi Eventi e che qui già hanno intitolato al giovane tifoso del Napoli, morto per le ferite riportate il 3 maggio scorso durante gli incidenti prima della finale di Coppa Italia a Roma, si è tenuto il funerale secondo il rito evangelico.«Ragazzi non siate animati da sentimenti di odio e di vendetta – ha esortato il pastore iniziando il rito funebre –. Momenti così non devono accadere in alcun posto di Italia. Mi rivolgo a tutte le tifoserie d’Italia: allo stadio portate sciarpe, bandiere, fischietti, trombe non coltelli, spranghe e pistole. Mandiamo questo messaggio: Napoli è una città di amore. Vogliamo mettere il male in minoranza».Toccante la testimonianza di Antonella Leandri, la mamma di Ciro: «Ringrazio tutti quelli che ci sono stati vicino. In ogni persona vive una parte di mio figlio Ciro. Abbiamo pregato tutti i giorni e in quel momento è scesa la pace. Credo nel Signore e prego affinché il sacrificio di Ciro non sia vano e questa tragedia possa portare pace, amore e gioia». E rivolgendosi agli ultrà presenti in piazza e che hanno ricoperto la bara di Ciro con le loro sciarpe: «Mantenete alta la bandiera dello sport sano, senza violenza, in nome di Ciro, non lo dimenticate mai. Ora tocca a voi: sarete il nostro orgoglio».Il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe ha fatto sentire la sua presenza attraverso un lungo messaggio: «Napoli – ha scritto – porta ancora una volta il segno di una tragedia. Per antica e amara consuetudine a noi, come comunità cittadina, tocca sempre imparare dalle tragedie». E come lui altri hanno voluto testimoniare la vicinanza, il sostegno, il rifiuto di ogni violenza. Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa, era a Scampia in rappresentanza del Governo: «Possiamo cambiare tutti per Ciro. Lo dobbiamo allo sport, ma soprattutto a Ciro», ha detto. Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha  annunciato che «ci sarà un premio Ciro Esposito per chi onorerà al meglio i valori della vita». È certo che il campo sportivo di Scampìa sarà intitolato al giovane.Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha mestamente osservato che «quella sera è morto il calcio italiano. Noi siamo divisi da troppi campanilismi. In nome di Ciro deve ripartire la riscossa civile». In piazza anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: «Oggi nel cuore e nel corpo di ogni napoletano c’è Ciro. Da domani fierezza, dignità e coraggio della famiglia di Ciro».
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