Tagliare non è l’unico modo per risparmiare, anche perché a pagare i costi della forbice austera della crisi è un esercito silenzioso di anziani e bisognosi. Contenere gli sprechi è una necessità, ma basta guardare alle soluzioni alternative per ridurre le spese e avere buoni servizi sociali. Una strada percorribile arriva infatti dalla comunità di Sant’Egidio che mette a disposizione il progetto 'Viva gli anziani!', attivo dal 2004 nella Capitale e che ha ad oggi come utenti 4mila ultra settantacinquenni, per estenderlo su scala nazionale. È un’esperienza di monitoraggio che organizza in rete servizi e strutture già esistenti al costo di mezzo euro al giorno a persona, ma porta enormi risparmi per il sistema sanitario e sociale, sostengono gli ideatori. Il meccanismo è semplice: si punta sulla domiciliarità, rompendo l’isolamento degli anziani, per migliorare la loro qualità della vita e parallelamente ridurre la spesa pubblica. E lo si fa con una cabina di regia in cui operatori e volontari, telefonicamente o porta a porta, controllano lo stato di salute degli over 75 e ne individuano i bisogni attivando, aiutati da una rete di prossimità fatta di vi- cini di casa e assistenti medici, le risposte necessarie. Rimodulare le uscite per rendere la macchina assistenziale più efficiente e competitiva va bene, ma quello che serve è un cambio del modello sociale, sostengono da Sant’Egidio. E a dare man forte arrivano i numeri dei fondi statali stanziati negli ultimi anni. Dal 2008 al 2011, infatti, la spesa per il sociale si è ridotta di otto volte, fermandosi a 349 milioni di euro nell’anno in corso (-76% rispetto al 2010) e diminuirà ancora, fino a toccare 271 milioni, entro il prossimo biennio. I tagli sono trasversali: famiglia, politiche giovanili, servizio civile, pari opportunità. A venir ridotti addirittura a zero sono stati poi il fondo per la non autosufficienza, quello per l’inclusione degli immigrati e quello per i servizi all’infanzia. Non è stato risparmiato neanche il sostegno all’affitto, dove si è passati da 205 milioni ad appena 33 nel 2011. Eppure abitazione, servizi sanitari e mobilità sono i tre macigni che pesano maggiormente sulla spalle degli over 75 e che, con la riduzione di risorse, rischiano di diventare colpi «mortali» per la categoria. Certo la crisi va gestita, ma si è colpito chi non ha voce e, «se non cambiamo il modo di spendere, peggiorerà la qualità della vita e si scaricherà tutto il peso del welfare sul vero ammortizzatore sociale, la famiglia. Questi tagli si trasformano in costi sociali e drammi individuali - sottolinea il portavoce di Sant’Egidio Mario Marazziti - senza dimenticare che la solitudine può aggravare nell’anziano molte patologie». Ecco perché il progetto 'Viva gli anziani!' potrebbe essere un bagaglio di esperienze da replicare anche in tutte le Regioni con un investimento di 40 milioni di euro. L’esperimento pilota a Roma ha infatti portato a dimezzare, negli ultimi tre anni, il tasso di ospedalizzazione tra gli anziani monitorati (rispetto a quello equivalente regionale) e all’abbassamento del ricorso al ricovero nelle Rsa (-2%). «Noi abbiamo un know how che aiuta a contenere le spese - dice Giancarlo Penza, uno dei coordinatori dell’iniziativa - con il monitoraggio attivo abbiamo messo a sistema, facendoli comunicare, i servizi che già sono sul territorio».