Alcuni dei mezzi della società Buttol distrutti il 26 gennaio a Sane Severo in provincia di Foggia - Ansa
A distanza di un mese sono stati individuati e arrestati quelli che per i carabinieri sono i responsabili dell'incendio che il 26 gennaio a San Severo ha distrutto 23 autocompattatori della società Buttol che svolge il servizio rifiuti nella città foggiana, con un danno di 3 milioni di euro e rischi ambientali.
Si tratta dei cognati Mario Spinelli, di 28 anni, e Giuseppe Scirocco, di 59, entrambi pregiudicati, accusati di incendio aggravato perchè commesso su beni destinati ad uso pubblico, entrambi con vari precedenti penali.
Ma l'indagine, svolta dai carabinieri, non è finita, come ci spiega il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro. "I due arrestati sono gli esecutori materiali dell'incendio, ora siamo al lavoro per individuare mandanti e movente". Il magistrato non dice altro ma evidentemente c'è una buona pista.
Ma il procuratore ci tiene a sottolineare l'impegno che ha portato rapidamente agli arresti. "Lo avevamo assicurato. Il fatto è gravissimo per il danno economico alla società ma anche per i rischi per la salute dei cittadini e dell'ambiente. Inoltre riguarda un settore, quello dei rifiuti, diventato un affare per la criminalità organizzata". Dall’estate dello scorso anno sono quattro gli incendi che hanno riguardato aziende per la raccolta di rifiuti nel Foggiano.
A luglio furono distrutti 33 mezzi della Tekra a San Giovanni Rotondo; a ottobre furono incendiati 13 autocompattatori della Tecneco a Chiuti, poi una settimana più tardi fu avvolto dalle fiamme il capannone della Sia a Carapelle.
A conferma della gravità dell'incendio di un mese fa, era intervenuto il vescovo di San Severo, don Giovanni Checchinato con un proprio messaggio. "Nessuno abbassi la testa e perda la speranza" e "manifesti il proprio impegno nella lotta ai poteri criminali con le scelte che compie nel proprio quotidiano".
Ma "è necessario che la politica faccia la sua parte". Sicuramente l'hanno fatta magistrati e carabinieri. Fondamentale per le indagini è stata la presenza di molte telecamere di videosorveglianza in città. Dall'analisi di centinaia di ore di immagini i carabinieri sono riusciti ad individuare un'auto sospetta che aveva raggiunto e recuperato il sospetto incendiario che si allontanava rapidamente dopo aver appiccato il fuoco in più punti del cantiere con pezzi di combustibile solido tipo "diavolina", i cui resti erano stati trovati dopo l'incendio.
L’auto, secondo le risultanze investigative, sarebbe stata condotta da Scirocco mentre l'esecutore materiale risulterebbe Spinelli. Un grande contributo è poi venuto dalle intercettazioni sia telefoniche che ambientali, da pedinamenti, osservazioni e perquisizioni. Proprio grazie alle intercettazioni ambientali, i carabinieri sono riusciti anche a sventare una rapina a Torremaggiore, che vedeva il coinvolgimento del 28enne.