Dall'inizio dell'inchiesta sugli scontri avvenuti a Roma il 15 ottobre sono state arrestate 34 persone, di cui otto già condannate. Inoltre, sono state effettuate 34 perquisizioni e denunciate 50 persone. Nel blitz di stamani sono stati eseguiti in tutto 13 provvedimenti di custodia cautelare: 5 misure cautelari a Roma (2 arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione); 4 misure degli arresti domiciliari a Teramo e provincia; 1 misura di arresti domiciliari ad Ancona, e tre 3 misure dell'obbligo di presentazione a Padova, Cosenza e Macerata. Eseguite inoltre 14 perquisizioni. Le indagini - nei confronti di persone accusate dei gravi episodi di devastazione, saccheggio e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale - sono state coordinate dal pool antiterrorismo della Procura di Roma e sono state condotte in stretta collaborazione dal ROS e dalla DIGOS di Roma, che negli ultimi mesi sono riusciti a identificare i soggetti che si erano resi responsabili di gravi violenze, devastando numerosi istituti bancari, esercizi commerciali, Uffici del Ministero della Difesa, oltre ad avere incendiato numerose autovetture e un blindato dell'Arma dei Carabinieri. Le indagini sono state sviluppate nei confronti di soggetti inseriti all'interno dell'area antagonista e anarchica nazionale, nonché in direzione di alcune componenti provenienti dalle tifoserie ultras. Tra queste emergeva un gruppo proveniente dalla provincia di Teramo, all'interno del quale erano inseriti esponenti dell'area antagonista e di "azione antifascista Teramo", resisi responsabili di più azioni criminose lungo lo svolgimento del corteo e in particolare dell'assalto e dell'incendio al furgone blindato dell'Arma dei Carabinieri.
PROCURA AVEVA CHIESTO IL CARCERE PER TUTTI La Procura di Roma aveva sollecitato al gip la custodia cautelare in carcere per tutte le 13 persone coinvolte negli scontri del 15 ottobre scorso. Il giudice delle indagini preliminari ha, invece, disposto misure cautelari più graduate. Alla luce di ciò il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, responsabile del pool dell'antiterrosimo, ha annunciato, nel corso di una conferenza stampa, il ricorso al tribunale del Riesame per ribadire una misura "più stringente" nei confronti delle persone raggiunte oggi dai provvedimenti. "Il lavoro svolto da Ros e Digos - ha affermato Capaldo - ha portato all'identificazione degli autori degli episodi più gravi degli scontri dell'ottobre scorso. In molti casi si è trattato di azioni volute e preordinate contro le forze dell'ordine".
IN MANETTE DUE ULTRAS ROMA, ATTACCARONO BLINDATO Sono due ultras romanisti di 20 e 27 anni i giovani arrestati nella Capitale nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri avvenuti durante la manifestazione di Roma del 15 ottobre scorso. I due sono stati riconosciuti in piazza San Giovanni mentre attaccavano il blindato dei Carabinieri, poi dato alle fiamme, il primo con una trave di legno ed il secondo con un martello. Entrambi sono noti alla Digos e al Ros per la loro appartenenza al gruppo ultras 'Offensiva Ultras'. Alle spalle hanno alcune denunce.Non solo il coinvolgimento di due ultras della Roma ma perquisizioni anche a carico di un leader della Curva Nord dell'Olimpico. Digos e Ros di Roma hanno perquisito infatti anche l'abitazione di un 30/enne, sospettato di aver partecipato attivamente agli scontri in piazza San Giovanni. Il giovane, tra i leader del gruppo ultras della Curva Nord, è già stato sottoposto più volte al provvedimento di divieto di accesso dove si svolgono competizioni sportive.Sono cinque le misure cautelari eseguite nella Capitale questa mattina da Ros e Digos di Roma, nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri avvenuti durante la manifestazione del 15 ottobre scorso. Due persone sono agli arresti domiciliari e tre hanno obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Dalle immagini girate dagli investigatori il 15 ottobre risulta che gli indagati nell'inchiesta avrebbero partecipato a gravi episodi di violenza, tra cui la devastazione e il saccheggio del supermercato Elite, il danneggiamento dell'ufficio postale di via Cavour e l'attacco al mezzo dei carabinieri in piazza San Giovanni, oltre agli scontri nei pressi della stessa piazza.
TRA ARRESTATI PRIMO NON ELETTI PRC TERAMOCi sarebbe anche Davide Rosci tra gli arrestati, ai domiciliari, nel blitz dei Ros-Digos per gli scontri di Roma dello scorso ottobre. E' stato confermato dal legale Filippo Torretta. Rosci, militante di Azione Antifascista Teramo, è stato anche il primo dei non eletti alle ultime elezioni comunali a Teramo nelle liste di Rifondazione Comunista. In provincia di Teramo sono altri tre ad essere stati posti ai domiciliari secondo quanto deciso dalla Procura di Roma.
IN ABRUZZO QUATTRO ARRESTI PER ASSALTOSono tutti appartenenti all'area antagonista dell'estrema sinistra i quattro arrestati in Abruzzo nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri avvenuti durante la manifestazione di Roma del 15 ottobre scorso. Alcuni sono anche ultras del calcio. Nella regione Digos e Ros hanno eseguito arresti ai domiciliari per quattro persone nella provincia di Teramo. Anche una persona arrestata nelle Marche, ad Ancona, faceva parte dell'area antagonista. Gli arrestati hanno tra i 30 e i 37 anni. Sono stati tutti riconosciuti durante le fasi dell'attacco al blindato dei Carabinieri in piazza San Giovanni, che hanno contribuito a danneggiare e che é stato poi dato alle fiamme. In particolare, un 37/enne di Teramo è ripreso mentre scaglia un sanpietrino contro un carabiniere nel momento in cui il militare è costretto ad abbandonare il mezzo in fiamme per mettersi in salvo. L'arrestato ha inseguito il carabiniere che si allontanava velocemente colpendolo con dei sassi alla schiena e alla gamba. Gli arrestati sono tutti noti alla Digos e ai carabinieri di Teramo perché destinatari di varie segnalazioni e denunce per resistenza a pubblico ufficiale, per la partecipazione a scontri con le forze di polizia e alcuni come appartenenti alle frange più violente della tifoseria ultras del Teramo.