"Stato, Regioni e Comuni smettano di
farsi una sciocca concorrenza e cooperino per cambiare le regole
di governo del territorio sospendendo la prassi di concepire
leggi settoriali", mentre occorre dotarsi di "un programma
nazionale di rigenerazione dei territori" e di "una legge
(diversa da quella in discussione in Parlamento), che integri il
progressivo azzeramento del consumo di suolo con la
trasformazione e il riuso delle città". L'ammonimento arriva dal
Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti
e conservatori, che chiede sia tracciato "un cerchio rosso"
intorno alle aree urbanizzate. Quello che sta fuori non deve
essere più lottizzato, ma nemmeno abbandonato: il suolo agricolo
e verde deve essere abitato e curato, lo spazio della città
all'interno del cerchio rosso, deve essere, invece, rigenerato,
perché anch'esso, come dimostrano le atlantidi di questi
giorni, è fragile e pericoloso. A giudizio dei professionisti,
"le regole e le forme tradizionali dell'urbanistica non servono
più. La città, il mercato, gli inquinamenti e la natura si
evolvono troppo rapidamente per le ingegnerie normative ed i
piani regolatori "conformativi", che sono già vecchi quando
vengono approvati", termina la nota dell'ordine degli
architetti.