sabato 10 settembre 2011
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Sulla questione dell'accesso alla professione di insegnante, un incontro svoltosi sabato pomeriggio a Palazzo Chigi, alla presenza del sottosegretario Gianni Letta, tra il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini, l'on. Maurizio Lupi e alcuni tra i primi firmatari dell'appellogiovani.it, ha consentito di trovare una mediazione che pare aver soddisfatto tutti.Motivo del contendere le abilitazioni per l'insegnamento e il regolamento che le disciplina. Cl - sostenuta sul sito www.appellogiovani.it da un manifesto-appello (firmato, tra gli altri, dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio) dall'eloquente titolo "L'Italia è un paese per vecchi?" - chiedeva un ripensamento da parte del ministro perchè a suo parere il regolamento messo a punto dal Governo, privilegiando i diritti acquisiti dei precari già inseriti nelle graduatorie, avrebbe ridotto i posti disponibili per le abilitazioni all'insegnamento a una quantità irrisoria, escludendo quindi per diversi anni le nuove generazioni dall'insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado.La soluzione trovata conferma l'impianto del provvedimento pensato a viale Trastevere ma introduce qualche flessibilità ampliando il numero delle abilitazioni possibili. Incrociando dati e informazioni dell'una e dell'altra parte sabato pomeriggio è emerso - spiega un comunicato - "un quadro più positivo e suscettibile di un ulteriore miglioramento" per quanto riguarda il tirocini formativi attivi (Tfa), passo necessario per ottenere l'abilitazione all'insegnamento.Dai dati pubblicati l'8 settembre sul sito del ministero i posti disponibili erano già pari a 10.285. Sono stati aumentati di ulteriori 3.000 posti riservati ai Tfa per le Scuole superiori, per un totale di 13.285 posti per i soli Tfa transitori, finalizzati al conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento nelle Scuole secondarie di I e II grado per l'anno scolastico 2011/12.Inoltre è stato enfatizzato il ruolo che le università sono chiamate a ricoprire in questa fase di attivazione dei Tfa transitori e dei futuri percorsi abilitanti. "Si prospetta dunque - spiega la nota - una situazione più favorevole che tiene conto anche delle esigenze dei giovani. I numeri dei posti che saranno assegnati risulteranno, infatti, dall'incrocio tra quelli pubblicati dal ministero e l'offerta formativa formulata dalle università".Il Ministero diramerà quindi una nota ai direttori degli uffici scolastici regionali e una nota alle università, incoraggiandole a presentare piani formativi sulla base delle loro capacità di offerta. Contemporaneamente viale Trastevere solleciterà i comitati regionali di coordinamento affinché recepiscano l'offerta formativa degli atenei e valutino la congruenza didattica delle proposte.Le parti - conclude il comunicato - "si sono dette reciprocamente soddisfatte dell'incontro. Viene, infatti, da un lato confermato nella sua sostanza il regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti (così come previsto dal ministero) e, dall'altro, valorizzato l'elemento dell'offerta formativa delle università nella determinazione del numero dei posti da assegnare per l'accesso alle abilitazioni". Contestualmente alla pubblicazione delle note indirizzate dal ministero a direttori regionali e atenei verrà sospesa raccolta delle firme da parte del sito www.appellogiovani.itAPPELLO: QUASI 12 MILA FIRME La vicenda del reclutamento dei nuovi insegnanti continua a scuotere il mondo della scuola e dell’università. E prosegue la campagna di adesioni all’appello pubblico che chiede di modificare il decreto relativo alla formazione dei nuovi docenti. Una campagna che ieri sera, al suo terzo giorno di vita, sfiorava le 12mila adesioni sul sito www.appellogiovani.it.Come si ricorderà, il nodo della questione è rappresentato dai numeri sull’inserimento di nuovi docenti nella scuola italiana, in particolare per quelli che sono ancora all’inizio del loro percorso di formazione. I dati forniti ieri dal ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini nell’intervista ad Avvenire e pubblicati anche sul sito del ministero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca (Miur), non hanno soddisfatto i promotori dell’appello. I quali si riferiscono ad altri dati che, benché non pubblicati sul sito del ministero, sono da tempo in circolazione. Mentre quelli che comparivano ieri sul sito non sono disaggregati secondo le classi di concorso (cioè le singole materie) e secondo il fabbisogno distribuito nelle singole Regioni. «Quei dati li abbiamo ricevuti a fine giugno dagli Uffici scolastici regionali – spiega Mattia Sogaro, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), uno dei promotori dell’appello –. E lo stesso Miur li ha inviati ai sindacati il 10 agosto, maggiorati del 40%. L’altro giorno abbiamo, finalmente, avuto modo di parlare coi tecnici di viale Trastevere che si sono presentati con gli stessi numeri».Quelli forniti dal ministero – come detto non pubblicati sul sito ma distribuiti agli addetti ai lavori – hanno quindi portato alla decisione di lanciare la petizione. Ad allarmare i firmatari sono proprio le previsioni sulle assunzioni da qui ai prossimi anni, sintetizzate in una sorta di controreplica alla Gelmini da Francesco Magni, coordinatore delle Liste per il diritto allo studio (Clds). «È vero o no – si legge nella nota – che durante il prossimo anno accademico in tutta Italia verranno formati 202 insegnanti di Lettere per tutte le classi di concorso? È vero o no che in Lombardia verranno formati tre insegnanti di Lettere (zero per alcune classi di concorso)? E appena due in Piemonte? E quaranta insegnanti di Matematica per la Lombardia e appena quindici in Piemonte? E perché il ministro afferma di avere riservato il 50% di posti disponibili ai precari e il 50% ai giovani, quando in realtà, in un sol colpo, ha recentemente immesso in ruolo 67mila precari (di cui 37mila personale Ata, ossia bidelli), mentre nei prossimi tre anni accademici verranno abilitati in tutto 829 insegnanti di Lettere?». Domande che, fanno notare i promotori dell’appello, attendono ancora una risposta da parte di viale Trastevere. Enrico Lenzi e Paolo Ferrario- Il direttore risponde: Voci giovani e “per” i giovani
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