lunedì 5 gennaio 2009
Il presidente della Repubblica e quello della Camera durante la commemorazione di Enrico De Nicola a 50 anni dalla sua scomparsa, lanciano un invito a superare i conflitti pensando al superiore interesse del Paese.
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Un appello alla coesione nazionale del presidente della Repubblica e del presidente della Camera, che si ispirano alla figura di Enrico De Nicola e chiedono di non smarrire, nelle polemiche politiche, «il senso dell'interesse generale». «La libera dialettica di posizioni e di ruoli tra maggioranza e opposizione - afferma il presidente della Repubblica - non esclude che si riproponga in momenti di serie prove per il Paese, l'esigenza di non smarrire il senso del comune interesse nazionale». Il Capo dello Stato è intervenuto alla commemorazione di Enrico De Nicola a 50 anni dalla sua scomparsa. Il capo dello Stato parla dell'esempio tramandato da colui che fu il primo presidente della Repubblica italiana. Il primo insegnamento di De Nicola, sottolinea Napolitano, è «il supremo tenace attaccamento alla necessità di un clima di unità nazionale». Una lezione dalla quale «abbiamo ancora molto da imparare». E poi la seconda lezione ricevuta da De Nicola: «Io stesso cerco sempre di imparare da quel che gli fu contestato come incorreggibile "formalismo" e che in realtà era correttezza e rigore nell'esercizio, da parte di ogni soggetto istituzionale, del proprio ruolo e dei propri poteri, rispettandone sempre i limiti invalicabili». E' qualcosa, insiste Napolitano che «provocava insofferenza in altri soggetti istituzionali: ma egli ci ha lasciato una lezione di serena fermezza e di ciò gli siamo egualmente grati».Fini. PArole condivise anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini che ha sottolineato, nel suo intervento, il carattere unificatore e pacificatore di Enrico De Nicola. «L'esperienza di De Nicola costituisce un prezioso insegnamento sulla via di una riaffermata appartenenza di tutti gli italiani alla stessa comunità nazionale», ha detto Fini che ha aggiunto: «L'affermazione di quella che è stata chiamata la democrazia dell'alternanza e la fine delle contrapposizioni ideologiche ripropongono l'esigenza di valori unificanti e condivisi, essendo comunemente accettata l'idea che in un sistema di democrazia bipolare ciò che unisce è altrettanto importante di ciò che divide».
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