sabato 7 ottobre 2023
Svelato l'autore del primo filmato, è un carabiniere. Nel nuovo documento, girato dall'agenzia LaPresse, si vede il magistrato rivolgersi ai poliziotti alzando una mano. La Lega insiste: dimissioni
Apostolico, spunta un secondo video: la giudice discusse con gli agenti

ANSA

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AGGIORNAMENTO DEL 10 GENNAIO 2024

Nessun dossieraggio sul video della partecipazione della giudice Iolanda Apostolico alla manifestazione al porto di Catania nell'agosto del 2018 per chiedere lo sbarco dei migranti da nave Diciotti. Le riprese non arrivavano da archivi delle forze dell'ordine, né da alcuna banda riservata. È la conclusione della Procura di Catania che ha chiuso l'inchiesta aperta tre mesi fa a modello 45. Il procedimento è stato archiviato perché "il fatto non costituisce reato visto che non si tratta di immagini prelevate da archivi delle forze dell'ordine". La notizia è riportata da Repubblica e trova conferme in ambienti giudiziari. A girare il video con il suo telefonino privato, e non per motivi di servizio, secondo quanto emerso dagli accertamenti, sarebbe stato un carabiniere in servizio quel giorno che, successivamente, quando il nome della giudice Apostolico salì alla cronaca per la bocciatura del decreto Cutro lo diffuse in una chat non di servizio. Il militare dell'Arma che avrebbe parlato della vicenda con amici rivelando di averlo girato lui il filmato, sentito dal procuratore facente funzione Agata Santonocito come persona informata dei fatti, e quindi non indagato, aveva negato di essere l'autore del video.

Svelato il mistero del video che ritrae la giudice Iolanda Apostolico a una manifestazione del 2018 al porto di Catania in favore dei migranti contro i provvedimenti dell’allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. È stato un carabiniere a girarlo con il proprio cellulare e «senza alcuna finalità» e lo stesso autore lo avrebbe riferito spontaneamente ai suoi superiori. E dopo giorni di rimpalli di responsabilità, spunta un secondo filmato - girato dall’agenzia LaPresse - con Apostolico che si rivolge agli agenti con una mano alzata.

Riguardo al primo video reso pubblico da giorni dal leader della Lega, dunque, sarebbe stato lo stesso militare che lo ha girato a farsi avanti, spiegando ai suoi superiori che si tratta di materiale privato, mai allegato ad atti interni o a informative all'autorità giudiziaria, ma che solo da pochi giorni l’autore avrebbe fatto circolare in una ristretta cerchia di persone. In questo modo sarebbe arrivato all’attenzione del vicepremier leghista, mentre i superiori del militare hanno già informato l'autorità giudiziaria di Catania. L’autore rischia di essere indagato per abuso d'ufficio e rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio.

Il Carroccio, però, continua a puntare i riflettori sulla giudice e aumenta il pressing per le dimissioni di Apostolico. «Per qualcuno a sinistra il problema è “chi ha girato il video”, in pubblica piazza di un evento pubblico - recita una nota da via Bellerio -. Per la Lega e milioni di italiani il problema è cosa si vede in quel video, ovvero un giudice in mezzo a una manifestazione dove si insultano (“assassini… animali…”) poliziotte e poliziotti, e si inneggia alla clandestinità». E allora, conclude, «cosa chiediamo? Scuse e dimissioni».

Da Fdi , il capogruppo al Senato Donzelli considera la giudice «indifendibile». Stessa opinione del suo collega alla Camera Tommaso Foti, pure meno duro prima dell’arrivo del secondo video. Ma, dice, dopo il filmato di LaPresse «nel quale si vede chiaramente il magistrato inveire contro le forze dell'ordine- ci sono ben poche parole da spendere. Il giudice farebbe bene a chiedere scusa e la magistratura tutta a prendere le distanze da una condotta inopportuna sempre, tanto più quando posta in essere da un soggetto che dovrebbe rendere onore alla toga che porta al posto di infangarla». E, aggiunge, «l’opposizione, che fino ad ora ha vergognosamente parlato di dossieraggi - non perdendo l’occasione per fare di un fatto grave la solita strumentalizzazione politica - intervenga finalmente nel merito con dignità e verità, se ne è capace, censurando l'accaduto».

Si sfila invece dalla polemica il deputato leghista siciliano Antonio Carrà, indicato dal quotidiano di Catania La Sicilia come l’intermediario tra l’autore appartenente alle forze dell’ordine e il leader del Carroccio Salvini. «Quel video non sono stato io a procurarlo, né a darlo a Matteo». assicura.

Per il governatore siciliano Renato Schifani, però, il nodo della questione di Apostolico è soprattutto di merito. «Non credo debba dimettersi», ma, spiega, «ritengo che il giudice non abbia ottemperato a uno dei principi a cui deve attenersi per il suo ruolo». E questo sarebbe «più preoccupante del video». Continua, dunque, il coro di critiche della maggioranza (a cui si aggiungono anche voci di costituzionalisti e dal mondo della sinistra). Il ministro Raffaele Fitto parla di «fatto gigantesco», mentre il suo collega allo Sport Andrea Abodi nega «una guerra tra governo e magistratura», ma, continua, «mi lascia perplesso il fatto che si metta in discussione un'azione di governo».

Il leader di M5s Giuseppe Conte però, chiede a Salvini di chiarire come abbia avuto il video, in un primo tempo attribuito alla Polizia. Mentre Magistratura democratica ieri ha approvato una documento per «esprimere solidarietà e sostegno» ad Apostolico, «vittima di un uso spericolato di ingerenze nella sua vita privata».

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