La cerimonia di apertura dell'anno giudiziario - Ansa
Il ministro: più magistrati, impiegati e riforme per recuperare il 2% del Pil
I dati sul calo dei processi in attesa
Secondo i dati esposti nella relazione della prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, nel settore civile le pendenze sono diminuite dell'8,2% nei Tribunali e del 9,8% nelle Corti d'appello. La durata media dei procedimenti si è ridotta in primo grado del 6,6% e in appello del 7%. Il cosiddetto disposition time, per usare la formula adoperata dall'Ue, è sceso del 6,4% nei Tribunali e del 6,4% nelle Corti d'appello. Un ruolo importante, secondo Cassano, lo ha giocato l'istituto della mediazione. Dai dati ministeriali emerge, infatti, una sua significativa applicazione soprattutto nelle cause in tema di successione, divisione ereditaria, diritti reali, condominio, assicurazione, responsabilità extracontrattuale già instaurate, a dimostrazione di un mutamento condiviso di cultura di giudici e avvocati. Nel settore penale le pendenze si sono ridotte del 13% nei Tribunali e del 6,5% nelle Corti d'appello (un dato tanto più significativo se si considera l'aumento dei procedimenti di nuova iscrizione, pari nel 2023 a 2.447.467 rispetto ai 2.413,467 del 2022). Il numero dei procedimenti definiti è aumentato dell'8,3% in primo grado e del 10,6% in appello. Il disposition time è sceso, in Tribunale, a 310 giorni, rispetto ai 386 del periodo precedente e, in Corte d'appello, a 689 giorni rispetto agli 815 del periodo precedente. Secondo la prima presidente, è dunque possibile formulare una prognosi di conseguimento degli obiettivi fissati dal Pnrr (pari, rispettivamente, a 282 giorni per i Tribunali e a 601 giorni per gli Uffici di secondo grado).
Cassano: aumento dei femminicidi, crimine odioso
I femminicidi sono n crimine «odioso», caratterizzato da una «preoccupante frequenza» e sul quale occorre «una presa di coscienza», ha sottolineato Cassano, ricordando che «il vocabolario Treccani ha scelto come parola dell'anno la parola femminicidio. Si è trattato di una scelta unanime e determinata per stimolare la riflessione su di un crimine odioso e per sollecitare la presa di coscienza su reati che si verificano con preoccupante frequenza». Una necessità evidenziata dai dati relativi all'anno appena passato, in cui su un totale di 330 omicidi (in lieve aumento rispetto ai 325 dell'anno precedente e ai 308 del 2021), le donne risultano vittime in 120 casi (rispetto ai 128 del 2022 e ai 122 del 2021). Mentre in 97 casi (rispetto ai 104 del 2022 e ai 105 del 2021) i delitti sono maturati in ambito familiare o nel contesto di relazioni affettive. «Occorre promuovere l'indipendenza economica delle donne - ha continuato Cassano -, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari». Un tema su cui è intervenuto anche il procuratore generale, Luigi Salvato, per il quale, nonostante «il contrasto alla violenza di genere abbia registrato risultati positivi» resta comunque «insoddisfacente» e occorrono «adeguati interventi su piani ulteriori e diversi da quello repressivo, nella consapevolezza che la parità di genere non riguarda solo garanzia e tutela dei diritti in una dimensione individuale, pure importanti, ma è questione più grande, strategica per la realizzazione dello Stato di diritto e la sua lesione, anche se non di rilievo penale». La presidente della Suprema Corte ha poi elogiato le riforme introdotte nel 2022 (come quella firmata da Marta Cartabia), «un intervento organico» che, visti i numeri sui processi, «fa razionalmente sperare». Resta da evitare la «rapida successione di leggi, soprattutto se ispirate da logiche settoriali», perché «determina i presupposti di possibili incoerenze del sistema complessivo e pesanti ricadute sul funzionamento della giustizia».
Troppe morti sul lavoro
Dai dati messi a disposizione dall'Inail, risulta che le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state, nei primi undici mesi del 2023, 968 (38 in meno rispetto alle 1006 del periodo gennaio-novembre 2022, 148 in meno rispetto al 2021, 183 in meno rispetto al 2020 e 29 in meno rispetto al 2019). Per la prima presidente Cassano, «i dati, pur se in lieve flessione rispetto all'anno precedente, continuano ad essere l'espressione di una grave patologia sociale, cui è urgente porre rimedio mediante una forte azione preventiva incentrata sul recupero di effettività di controlli seri, efficaci, moderni, capillari. In un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro».
L'allarme sul sovraffollamento carcerario
Dall'intervento della prima presidente traspare la preoccupazione per il sovraffollamento carcerario, con una presenza di 62.707 detenuti (di cui 2.541 donne) rispetto a 51.179 posti disponibili, anche se cominciano a registrarsi i primi effetti deflattivi della riforma del 2022. Aumenta la presenza dei detenuti condannati con sentenza irrevocabile (44.174), mentre diminuisce il numero delle persone sottoposte a custodia cautelare, in attesa di primo giudizio, appellanti o ricorrenti, a dimostrazione del rispetto del principio di gradualità e proporzionalità nella adozione delle misure limitative della libertà personale. Nel settore del diritto penale sostanziale, annota ancora Cassano, «ha ricevuto regolamentazione compiuta la giustizia riparativa, è stata superata l'ottica carcero-centrica ed è stato introdotto un inedito, ampio ventaglio di risposte punitive, volte, soprattutto per i reati di minore gravità, a privilegiare forme risarcitorie e restitutorie».
L'insoddisfazione degli avvocati: tre giorni di sciopero dei penalisti
Sul fronte dell'avvocatura, le valutazioni differiscono, con la richiesta di interventi mirati ma anche di riforme di sistema. «La separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente non è più differibile - ha detto il presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco nel suo intervento -, è indubbio che, nel rispetto dell'articolo 111 della Costituzione, accusa e difesa devono essere equidistanti dal giudice. E non possono esserlo fino a quando ci saranno due soggetti che hanno superato lo stesso concorso, che hanno la stessa carriera, che hanno lo stesso organo di autogoverno, che fanno insieme l'aggiornamento formativo, che indossano la stessa toga». Ancor più accesa la posizione dell'Unione Camere Penali, che ha proclamato tre giorni di astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria, deliberando tre giorni di sciopero, dal 7 al 9 febbraio. Nella delibera della giunta le Camere penali spiegano le ragioni della protesta: «Pur prendendo atto di importanti segnali di attenzione del governo verso quelli che sono da sempre obiettivi propugnati dall'Unione delle camere penali italiane, quali il ripristino della prescrizione sostanziale, ovvero gli ulteriori interventi in materia penale con l'abrogazione dell'abuso di ufficio e la ridefinizione della fattispecie di traffico di influenze, resta evidentemente contraddittorio il percorso sin da subito intrapreso della iperproduzione di nuove fattispecie di reato, in direzione opposta alla realizzazione di un diritto penale minimo».