«Una maggiore tassazione del gioco d’azzardo, per il quale attualmente il carico fiscale è fissato a solo l’8%, e la razionalizzazione di altre spese» al fine di ridare ai Comuni, e quindi ai cittadini, le risorse tagliate da Roma. È la proposta di Graziano Delrio, presidente dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani. Il primo cittadino di Reggio Emilia aveva già lanciato un grido d’allarme per la rapida diffusione dei videopoker, «un fenomeno che crea grande disagio sociale e rovina le famiglie» che ha portato i sindaci «in una situazione grave, legata alla salute e all’ordine pubblico, senza possibilità di intervenire». L’invito è ora quello di aumentare le tasse sulle slot machine per ridare ossigeno alle casse municipali, e al tempo stesso di fermare l’acquisto dei caccia F35, per arrivare a coprire le risorse necessarie (1,5 miliardi per fermare i tagli lineari della spending review e 1 miliardo per il patto di stabilità verticale) e riuscire a «mettere in sicurezza le scuole e il territorio».Nel mirino dei Comuni e delle Regioni c’è la legge di stabilità. I sindaci hanno annunciato le dimissioni in massa se il Senato non dovesse approvare gli emendamenti proposti dall’Anci, che chiede anche di fermare i tagli lineari previsti dalla spending review, per evitare – a spiegarlo è lo stesso Delrio – che il risultato sia «chiudere i servizi o inasprire la pressione fiscale sui cittadini, già al massimo». «Il governo è latitante rispetto alle nostre richieste», afferma il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Per il primo cittadino di Genova Marco Doria «l’approccio del governo sui temi della finanza pubblica è sbagliato e non ha la capacità di dimostrare sensibilità politica sul tema essenziale dei Comuni».Si muove anche la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che ha chiesto un incontro urgente al Presidente del Consiglio Mario Monti.È a rischio, è l’allarme dei governatori, la continuità e la sostenibilità dei servizi. Giudicata inaccettabile la sforbiciata di un miliardo al Fondo sanitario nazionale: una decurtazione che va a sommarsi a una riduzione di circa 32 miliardi di euro nel triennio 2012-2014, pregiudicando il Patto per la salute 2013-2015. Viene poi chiesto al governo di fare dietrofront anche su trasporto pubblico e welfare, dove la coperta dei finanziamenti, taglio dopo taglio, è ritenuta troppo corta rispetto ai bisogni dei cittadini.