L'Ispettorato dei cappellani delle carceri si unisce all'iniziativa di preghiera per la pace in Medio Oriente - Imagoeconomica
Accogliendo l’invito del Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, a pregare e digiunare per la pace in Medio Oriente, l’ispettorato dei cappellani delle carceri d’Italia ha inviato una lettera ai 250 cappellani e alle suore che prestano servizio negli istituti penitenziari italiani per unirsi all'iniziativa di domani.
Condividendo la volontà della Presidenza della Conferenza episcopale italiana, all’insegna della frase di san Paolo (1 Cor, 14,33) «Dio non è un Dio di disordine, ma di pace», l’ispettore don Raffaele Grimaldi scrive: «Anche noi, come Chiesa che vive l’azione pastorale nelle carceri, accogliamo con viva fede questo appello di speranza e di fiducia. Perciò, ci uniamo in Preghiera per gridare dalle mura dei nostri Istituti Penitenziari che dalla conversione dell’uomo la Pace è possibile».
Ricordando il grido di san Giovanni Paolo II (di cui oggi ricorre il 45° anniversario dell’elevazione al Soglio di Pietro) «Mai più la guerra che distrugge la vita innocente e lascia dietro di sé uno strascico di rancori e di odi», don Grimaldi spiega: «Dalle nostre carceri la preghiera sia il segno della condivisione e della vicinanza alla sofferenza dell’altro, perché dalla conversione dell’uomo la Pace è possibile». «Cari cappellani e operatori pastorali, nei vostri Istituti, rivolgete questo invito – continua la lettera – a ogni “uomo di buona volontà”, non escludete nessuno. Proponete e incoraggiate questa preghiera di solidarietà per la pace perché siamo tutti figli dell’unico Padre».
«Questa nostra preghiera – conclude don Grimaldi –, sia grido di pace di perdono e di riconciliazione, possa unire le comunità delle nostre carceri e le nostre cappellanie “per consegnare a Dio Padre la nostra sete di Pace”».