Continua ad allargarsi l'inchiesta Mafia Capitale. Altri 6 arresti sono stati effettuati stamattina. La Guardia di Finanza ha
effettuato 6 ordinanze, tre dei destinatari sono appartenenti
alla Marina Militare. La tranche dell'inchiesta nell'ambito
della quale sono state eseguite le ordinanze riguarda un
presunto commercio nero di carburante che avrebbe rifornito le
pompe di benzina legate al clan. Gli arrestati sono un ufficiale e due sottoufficiali della Marina Militare. Risultano invece latitanti altri tre persone, due italiani e un danese, legate ai clan malavitosi.
La nave fantasma. Hanno rifornito per 11 mln di litri
di gasolio la "Victory I", una nave affondata nel 2003, con la
complicità dei tre ufficiali della Marina arrestati. Secondo
quanto accertato, il sodalizio criminale avrebbe attuato una
frode per 7 mln grazie a false attestazioni di rifornimento nel
deposito della Marina Militare di Augusta, in Sicilia. L'associazione criminale, hanno ricostruito gli investigatori della finanza, aveva organizzato, solo sulla carta però, la consegna di milioni di litri di
prodotto petrolifero presso il deposito della Marina Militare di
Augusta, in provincia di Siracusa, attraverso la nave cisterna
"Victory I", mai attraccata però nel porto siciliano in quanto
naufragata nell'Oceano Atlantico nel settembre 2013, tanto che
alcuni membri dell'equipaggio risultano ancora oggi formalmente
dispersi. Oltre ai sei arresti, il gip ha disposto anche il
sequestro dei beni per 7,4 milioni di euro.
Cantone: promuovere informatori dentro la Pa. "Per prevenire la corruzione
bisogna attuare le norme per il wistleblower previsto dal testo
unico dei dipendenti pubblici per consentire a chi vuole
denunciare illeciti di farlo in modo tutelato". Così il
presidente anti-corruzione, Raffaele Cantone. "Non è delazione
ma assunzione di responsabilità". antone ha inviato un video
messaggio registrato al convegno nel corso del quale l'Agenzia
delle Entrate ha annunciato l'avvio di un piano anti-corruzione
con la realizzazione di una e-mail criptata con la quale i
dipendenti possono denunciare casi di illecito.
La giunta Marino perde un altro pezzo. Intanto si allargano i contorni del rimpasto all'interno della giunta. È un addio polemico quello di Rita Cutini, assessore alle Politiche sociali in Campidoglio che gestì il caso Tor Sapienza. "È ora di richiudere le maglie larghe che hanno generato spazi per il malaffare - ha detto dopo il colloquio con il sindaco Marino
- (
LEGGI L'INTERVISTA AD AVVENIRE). Il problema è far uscire Roma da questa emergenza". Oggi in giunta esordio del nuovo assessore
Francesca Danese, che viene dal mondo cattolico: è presidente
del Cesv Lazio, Centro Servizio per il Volontariato. "Ha sempre lavorato per i più deboli, la stimo", ha detto Marino dopo un lungo colloquio con Cutini, nel quale
l'ormai ex assessore ha declinato l'offerta ribadita ancora una
volta dal sindaco, una delega alla famiglia e agli anziani.
Con la Cutini sono quattro gli assessori già cambiati da
Marino. Cinque se si aggiunge Daniele Ozzimo che si è dimesso
dopo esser stato indagato nell'inchiesta Mafia Capitale. Daniela
Morgante lasciò le deleghe al bilancio, sostituita da Silvia
Scozzese. Poi arrivò l'addio di Flavia Barca, rimpiazzata alla
cultura da Giovanna Marinelli. Una decina di giorni fa si è
dimesso Luca Pancalli.
L'autocandidatura della Meloni. "Non vogliamo morire renziani" dice Giorgia Meloni aprendo l'iniziativa di Fratelli d'Italia-An che si è tenuta ieri al teatro Quirino. "Dobbiamo mettere in piedi un sistema per vincere" è il monito che rivolge agli alleati del centrodestra, lanciando il cuore oltre l'ostacolo e autocandidandosi alla guida del Campidoglio, certa che la giunta Marino non durerà a lungo. A Berlusconi la Meloni diche che il vecchio schema del centrodestra trainato da Fi non regge più, a Salvini lancia un invito a scoprire le carte per capire se davvero ha messo da parte il secessionismo.