venerdì 6 maggio 2011
Riesplode ufficialmente lo scandalo della «monnezza»: 12.800 tonnellate per strada in città e provincia. Da lunedì in azione altri soldati. L’annuncio del premier accompagnato da pesanti critiche agli enti locali: il nostro miracolo vanificato dalla loro inefficienza. Immediata la risposta del sindaco Jervolino: si ricorda della città soltanto perché si avvicinano le elezioni.
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Emergenza rifiuti: torna in campo Berlusconi. Che ieri ha annunciato, a partire da lunedì prossimo, l’impiego dell’Esercito (di nuovo) per ripulire le strade del capoluogo campano. Settantatre mezzi e centosettanta uomini «per far ritornare Napoli ad essere una città civile». Visto che – e la stoccata stavolta è pesante – gli enti locali non hanno fatto quanto di loro competenza: «Non è vero – ha detto il premier – che il governo italiano e in particolare il presidente Berlusconi non hanno compiuto un miracolo, il miracolo fu fatto e in quella situazione noi lasciammo Napoli pulita indicando cosa le amministrazioni locali avrebbero dovuto fare. Non l’hanno fatto». Così come non è stata fatta «nemmeno la gara d’appalto per i due termovalorizzatori», ha chiuso secco il Cavaliere.Le affermazioni hanno sollevato accese polemiche. Su tutte quella del sindaco del capoluogo campano, Rosa Russo Iervolino: «Berlusconi non si è commosso di fronte al fatto che a Pasqua siamo stati tra i rifiuti, col rischio di perdere i turisti – ha detto –. Berlusconi non si è commosso vedendo Napoli tra l’immondizia nel giorno della festa di San Gennaro; ora si commuove per le elezioni». Un intervento, quello dell’Esercito, che viene invece salutato con soddisfazione dal presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro. «Dove c’è crisi di raccolta come a Napoli, è sempre bene che ci sia l’affiancamento di chi sostiene e aiuta a farla e che in questo caso è l’Esercito», ha detto, mentre per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, «è ora di smetterla con i miracoli a Napoli. Berlusconi come al solito lo sta allestendo usando l’Esercito per fini elettorali».Polemiche politiche a parte, la situazione in città è sempre pesante anche se l’Ufficio flussi della Regione Campania ha fatto sapere che fino alle 11.30 di ieri sono state conferite negli impianti complessivamente 850 tonnellate provenienti da Napoli città e che le operazioni sono andate avanti con regolarità. Inoltre mercoledì sono partiti i piani specifici di recupero per i comuni di Pozzuoli, Quarto, Casoria e Melito; comuni della provincia dove i disagi si sono avvertiti pesantemente. Il vero problema, avvertono da più parti, è che il sistema dello smaltimento è fragile. Ieri i carabinieri del gruppo Tutela Ambiente hanno sequestrato una parte della discarica di Chiaiano, a Napoli, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della camorra. Dalla Regione però hanno fatto sapere il provvedimento non comporteranno difficoltà nei conferimenti.Ma dove dovranno finire i rifiuti che giacciono lungo le strade della città e che da lunedì anche i militari (si tratta di 170 uomini con 73 mezzi) dovranno raccogliere? Per evitare crisi è necessario garantire quotidianamente regolari conferimenti della spazzatura raccolta. Nei giorni scorsi era stata suggerita la riapertura del sito di Taverna del Re, alla periferia di Giugliano, dove sono già stoccate – da diversi anni – oltre sei milioni di ecoballe per l’allestimento di un sito di trasferenza. Ipotesi che ha suscitato l’immediata reazione dei comitati di lotta (che da anni, ma invano, chiedono la rimozione delle ecoballe) che ieri hanno chiesto un incontro col sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese (Pdl). «Riaprirà il sito di Taverna del Re? A me non risulta perché non c’è alcun documento ufficiale», ha risposto il sindaco Pianese ai rappresentanti dei comitati.
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