martedì 17 giugno 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
​Nella giornata in cui altri 2.300 sono arrivati sulle coste italiane, tornano le voci su un naufragio ancora avvolto nel mistero. «Siamo partiti in 190 dalle coste della Libia. Eravamo a bordo di due gommoni. Un centinaio sono finiti in mare. Alcuni sono stati salvati dalle navi della marina. Ma di molti non abbiamo saputo più nulla», ha raccontato Maxwell Yeboah, originario del Ghana. L’uomo è uno degli oltre 200 profughi arrivati domenica a Palermo con la nave della marina militare Etna.Degli oltre 2.300 salvati ieri lo sbarco più numeroso è avvenuto a Taranto con la nave San Giorgio, che ha soccorso, complessivamente, 1.205 persone. Un natante in legno, con 315 extracomunitari è approdato direttamente nel porto di Lampedusa, mentre in quello di Trapani, con una nave della marina militare, sono scesi i 311 profughi intercettati in acque maltesi. Altri 536 migranti, quasi tutti eritrei e siriani, erano stati individuati da una nave cisterna del Kuwait, la Al Sami, con a bordo un profugo morto di stenti. Un’altra vita sacrificata in mare alla ricerca di un sogno che si aggiunge ai 10 corpi recuperati nei giorni scorsi al largo della Libia e ai circa circa 40 dispersi, secondo le testimonianze di operatori intervenuti in zona. Da sabato però si rincorrono voci su un’altro affondamento, che sembra confermato dal giovane ghanese ospitato a Palermo.Non passa giorno che dalla Libia non vengano messi in mare altri natanti carichi di migranti. Ieri una petroliera battente bandiera del Kuwait, diretta a Milazzo, nel Messinese, è stata dirottata dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto per prestare soccorso nel Canale di Sicilia ad un vecchio peschereccio su cui i marinai hanno trovato 534 persone, disumanamente stipate.  Nelle stesse ore altri 300 immigrati sono stati soccorsi dalla Marina.Già quella di domenica era stata una giornata campale: 1.812 migranti salvati. La fregata Scirocco era intervenuta in soccorso ad un natante con 104 persone a bordo, tutti uomini. Il pattugliatore Orione aveva abbordato un barcone con a bordo 104 migranti, 92 uomini e 12 donne, trasbordati poi su Nave San Giorgio. Sempre il pattugliatore Orione insieme a due motovedette delle Capitanerie di Porto ha poi soccorso 317 migranti (208 uomini, 84 donne e 25 minori di cui 4 neonati) trasbordati sulla motonave Dinasty, battente bandiera liberiana. Una giornata senza tregua, con la corvetta "Chimera" che è riuscita a trarre a bordo 592 persone partite con un vecchio scafo in legno: 437 uomini, 67 donne e 88 minorenni.«Matteo Renzi farà sentire alta la voce dell’Italia», riguardo alla necessità che tutta la Ue sia coinvolta nell’emergenza degli sbarchi. Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, intervistato da Famiglia Cristiana dopo il recupero delle vittime del naufragio del gommone al largo del Canale di Sicilia avvenuto la scorsa settimana. Ribadendo la propria fiducia «nella bontà dell’operazione Mare Nostrum», di cui continua a sentirsi «orgoglioso», il sottosegretario conferma ottimismo «sulla forza con cui il nostro presidente del consiglio porrà la questione durante il semestre di presidenza italiana all’Unione Europea. Su questo non ho dubbi», dice ancora Delrio, che concorda con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sul fatto che «Mare Nostrum in queste condizioni non può andare avanti all’infinito». La missione di soccorso «è un’operazione emergenziale che ci ha consentito di salvare 40mila persone e di cui l’Italia deve andare fiera, ma deve essere assolutamente ripensata per trasformarsi in un’operazione strategica di controllo delle coste».«Senza l’intervento dell’Europa la mia proposta sarà quella di non proseguire con "Mare nostrum" e attivare una operatività in mare nuova», ha scritto Alfano sul sito di Ncd. «Non faremo morire le persone in mare – spiega – ma non sarà più possibile stare vicini alle coste libiche. L’Europa su Mare Nostrum deve dare una risposta forte e concreta perché così non si può andare avanti». E proprio Alfano ha svelato che «il presidente Matteo Renzi anche stamattina (ieri, <+CORSIVOA>ndr<+TONDOA>) ha avuto una telefonata con il presidente Barroso: il nostro obiettivo è realizzare una grande azione che permetta all’Italia di avere risposte certe e efficaci perché la frontiere del Mediterraneo è quella dell’Europa e non dell’Italia».<+RIPRODUZ_RIS>
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: